Chi era George Onslow
Chi era André George Louis Onslow, di solito chiamato George Olsow
nei manuali di storie della musica? E’ stato uno dei più importanti
compositori francesi di cameristica. Obliato per decenni in Patria, sia perché
non viveva e non operava a Parigi ma nel castello di famiglia a
Clermont-Ferrand (era ricchissimo alla nascita o lo divenne ancora
di più cumulando eredità) , sia perché nell’arco della sua vita (1784- 1853) si
dedicò quasi esclusivamente alla musica strumentale mentre , nel settore,
dominava l’opera, sia per il nome tipicamente britannico (tale era
suo padre), sia perché guardava più all’innovazione in Germania (venne soprannominato
da alcuni appassionati “il Beethoven francese”) che a quanto avveniva nella
Madre Patria.
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Marco Borggreve
® Orch Chemollo
® Matteo da Fina
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E’ in atto una riscoperta ed un rilancio: il Centro di Musica
Romantica Francese di Palazzetto Bru Zane a Venezia ha organizzato un festival
di suoi lavori dall’11 aprile al 21 maggio nella città lagunare con
appuntamenti (durante e dopo la manifestazione veneziana) anche a Amsterdam,
Berlino, Stoccolma, Londra e Parigi. Una vera e propria rinascita. Onslow, che
a differenza di molti musicisti francesi suoi contemporanei ha
sempre vissuto di rendita nei castelli aviti, quasi un po’ snobbando i colleghi
(spesso postulanti) che affollavano i salotti della capitale, ha composto anche
tre opere (rappresentate in Francia e Germania) e quattro sinfonie. Stimato da
critici e musicologi dell’epoca, ebbe un seguito significativo (più in Gran
Bretagna e Germania che in Francia),ma dalla seconda metà
dell’Ottocento il suo nome ed i suoi lavori sono stati coperti da
una coltre di oblio, nonostante ebbe importanti onorificenze in Francia e Gran
Bretagna. L’iniziava di Palazzetto Bru Zane, una fondazione interamente privata,
ha proprio l’obiettivo di rimuovere questa coltre e farlo conoscere,
contemporaneamente in più Paes.
Come spiega la documentazione approntata da Palazzetto Bru Zane in
occasione del festival, Onslow fa parte di quella visionaria scuola
francese che seppe scoprire assai presto il valore delle conquiste armoniche
della musica tedesca. Sotto l ’Impero,infuriava il dibattito tra melodisti
(Grétry, Gossec) e cromatisti (Méhul, poi Hérold).Catel, fervente ammiratore di
Mozart e sostenitore di un germanismo moderato,modernizza il pensiero armonico
francese nel suo Traité d’harmonie, divenuto presto famoso.
Parallelamente, il giovanissimo Hyacinthe Jadin – morto prematuramente – e
pianisti innovatori come Hélène de Montgeroult oJean-Louis Adam intensificano
la propria scrittura con invenzioni armoniche sorprendenti. Onslow è partecipe
di questo slancio verso la modernità, e sin dai suoi primi lavori si presenta
come paladino di un coinvolgente romanticismo.
Onslow verrà presto chiamato il «Beethoven francese», sebbene egli
confessi (quanto meno in privato) di non capire l’evoluzione del maestro di
Bonn nelle sue ultime opere. Tale stile germanico – di cui Théodore Gouvy
riprenderà poi il testimone, prima che cominci a soffiare il vento del primo
wagnerismo – s’impone molto meno facilmente nel campo della lirica. Mentre
Meyerbeer mescola nei suoi grands opéras le ispirazioni
italiana, francese e tedesca, il genere più leggero di Adam o di Auber rifiuta
le complicazioni armoniche e il contrappunto, donde – probabilmente –
l’insuccesso delle tre opere liriche di Onslow-
In un periodo in cui la composizione «in massa» di quartetti o
trii si fa più rara, e nel pensiero romantico si impone il concetto di
capolavoro, stupisce la fecondità con cui Onslow produce opere così omogenee e
personali; qualità tanto più sconcertanti in quanto rimangono tali nelle varie
versioni e negli adattamenti che l’autore stesso ne propone: un quintetto per
due viole che può essere suonato da due violoncelli, un quintetto con
pianoforte trasformato in sinfonia, ecc. In Onslow, l’idea musicale prevale
sulla sua realizzazione, iscrivendosi dunque pienamente nella linea della
tradizione classica, tra humour haydniano, serenità mozartiana e drammaticità
beethoveniana. Certo, un simile atteggiamento avrebbe potuto risultare sgradito
al pubblico borghese della Monarchia di Luglio, ammiratore del virtuosismo di
un Liszt o di un Paganini, se Onslow non avesse saputo fare suo tale gusto per
la difficoltà domata. Per quanto riguarda la tecnica,molte sue opere sono irte
di trappole e si rivolgono quindi a strumentisti d professione, assai più che a
dilettanti. Uno dei momenti più difficili nella vita di Onslow fu molto
probabilmente l’incidente di caccia di cui fu vittima nel 1829 e che avrebbe
potuto ucciderlo,o quanto meno fargli perdere l’udito. Tuttavia, fu a seguito
di questo evento terribile che egli compose l’opera – autobiografica – che gli
assicurò la fama,viva ancor oggi in alcuni cenacoli della musica da camera.
Il Quintetto con due violoncelli (o due viole) in do minore
op. 38 è l’unico suo lavoro che utilizzi il principio di un «programma»
extra-musicale, che sarebbe stato particolarmente amato dal romanticismo post
1850. Il Minuetto (presto) reca il titolo «Dolore», con un trio centrale «Febbre
e Delirio», mentre l’Adagio s’intitola «Convalescenza». Il finale –
«Guarigione» – si conclude in modo lieto e volubile. Il primo movimento non ha
titolo, ma comincia con un accordo di sedici note «sparate» dall’intero
quintetto: una deflagrazione che imita il colpo di carabina che avrebbe potuto
essere fatale all’autore. Nessuna edizione, neppure tardiva, dà un titolo
preciso all’opera, che tuttavia è diventata famosa come Quintette de la
balle (Quintetto del proiettile), o come L’Accident
de chasse (L’incidente di caccia). A giudicare dalla discografia di
cui quest’opera oggi beneficia, c’è da scommettere che Onslow avrebbe trovato
un aspetto positivo nella sua disavventura.
L’opera di Onslow in cifre
• 36 quartetti d’archi
• 34 quintetti d’archi
• 10 trii con pianoforte
• 6 sonate per violino
• 4 sinfonie
• 3 opere liriche: L’Alcade de la Vega, Le Colporteur
ou l’Enfant du bûcheron,Guise ou
les États de Blois







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