“Fidelio” d’emergenza per il Maggio
Fiorentino
FIRENZE
Il Maggio Musicale Fiorentino è alla 78sima
edizione (27 aprile-28 giugno). Nato per affiancare grandi riscoperte del
passato (affidate a regie graffianti e a maestri del visivo) a “prime
mondiali”, da anni barcolla per mancanza di finanziamenti e di pubblico, nonché
per eccesso di costi e scarsità di idee. Nel 2014 ci sono stati segnali di
ripresa. Quest’anno, il festival, privo di direttore artistico, non è
cominciato bene: il
Fidelio inaugurale è stato presentato in
forma semiscenica (e senza luci) a ragione di uno sciopero di 50 tecnici in
polemica con il sindaco Nardella e il presidente del Consiglio Renzi per
vertenze risolte da altre fondazioni liriche. In breve, scena unica (la prigione
del primo quadro del secondo atto) ma cantanti coro e comparse in costume ed
azione teatrale recitata. Non tutto è negativo: veniva proposto un allestimento
di Pier Alli visto a Valencia nel 2006 e nel 2014 (e in canali televisivi) e,
come mostra il Dvd in commercio, meno innovativo dell’edizione (regia di
Carsen) presentata a Firenze nel maggio 2013.
Molto buona la parte musicale. Zubin Mehta la
divide in tre sezioni. Quasi mozartiana la prima sino alla grande aria di
Leonore Absheulicher (Persona abietta), altamente
drammatica la seconda sino a tutta la scena della prigione, ed eroica nel
finale, preceduto dall’ouverture
Leonore No.3. Nel cast spicca Ausrine
Stundyte (Leonore) mentre avrei preferito un Florestano (Burkhard Fritz) dal
timbro più brunito e dagli acuti più eroici. Buoni gli altri protagonisti (Eike
Wilm Schulte, Evgeny Nikitin, Stephen Milling, Ann Virovlansky, Karl Michael
Ebner), il coro e l’orchestra. Ovazioni anche per le difficili condizioni in
cui hanno operato.
Il resto del festival propone due opere
rappresentate di frequente ( Il Giro di Vite di
Britten e Candide di Bernstein) e
Pélléas et Melisande di Debussy che non credo si veda da
dieci anni in Italia. Curiosamente il ruolo del protagonista, scritto per un
baritono (alla Scala era Tézier), è affidato a un tenore lirico. Nulla da dire
sulla sinfonica: grandi bacchette ma titoli di repertorio.
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Lo sciopero di 50 tecnici lascia lo spettacolo
inaugurale con un’unica scena Fra le altre opere in cartellone “Pélléas et
Melisande” Si chiude il 28 giugno
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