mercoledì 29 aprile 2015

“Fidelio” d’emergenza per il Maggio Fiorentino in Avvenire 29 aprile



“Fidelio” d’emergenza per il Maggio Fiorentino
FIRENZE
Il Maggio Musicale Fiorentino è alla 78sima edizione (27 aprile-28 giugno). Nato per affiancare grandi riscoperte del passato (affidate a regie graffianti e a maestri del visivo) a “prime mondiali”, da anni barcolla per mancanza di finanziamenti e di pubblico, nonché per eccesso di costi e scarsità di idee. Nel 2014 ci sono stati segnali di ripresa. Quest’anno, il festival, privo di direttore artistico, non è cominciato bene: il
Fidelio inaugurale è stato presentato in forma semiscenica (e senza luci) a ragione di uno sciopero di 50 tecnici in polemica con il sindaco Nardella e il presidente del Consiglio Renzi per vertenze risolte da altre fondazioni liriche. In breve, scena unica (la prigione del primo quadro del secondo atto) ma cantanti coro e comparse in costume ed azione teatrale recitata. Non tutto è negativo: veniva proposto un allestimento di Pier Alli visto a Valencia nel 2006 e nel 2014 (e in canali televisivi) e, come mostra il Dvd in commercio, meno innovativo dell’edizione (regia di Carsen) presentata a Firenze nel maggio 2013.
Molto buona la parte musicale. Zubin Mehta la divide in tre sezioni. Quasi mozartiana la prima sino alla grande aria di Leonore Absheulicher (Persona abietta), altamente drammatica la seconda sino a tutta la scena della prigione, ed eroica nel finale, preceduto dall’ouverture
Leonore No.3. Nel cast spicca Ausrine Stundyte (Leonore) mentre avrei preferito un Florestano (Burkhard Fritz) dal timbro più brunito e dagli acuti più eroici. Buoni gli altri protagonisti (Eike Wilm Schulte, Evgeny Nikitin, Stephen Milling, Ann Virovlansky, Karl Michael Ebner), il coro e l’orchestra. Ovazioni anche per le difficili condizioni in cui hanno operato.
Il resto del festival propone due opere rappresentate di frequente ( Il Giro di Vite di Britten e Candide di Bernstein) e Pélléas et Melisande di Debussy che non credo si veda da dieci anni in Italia. Curiosamente il ruolo del protagonista, scritto per un baritono (alla Scala era Tézier), è affidato a un tenore lirico. Nulla da dire sulla sinfonica: grandi bacchette ma titoli di repertorio.
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Lo sciopero di 50 tecnici lascia lo spettacolo inaugurale con un’unica scena Fra le altre opere in cartellone “Pélléas et Melisande” Si chiude il 28 giugno

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