Festival
La Passione sposa l’elettronica a
Montecarlo
MONACO
Giunto alla trentunesima edizione, il Festival
La Primavera delle Arti (Le Printemps des Arts) di
Montecarlo (in corso sino al 12 aprile) prende le distanze dal Casinò liberty,
che ospita il Teatro dell’Opera dove ebbe la prima esecuzione assoluta
La Rondine di Giacomo Puccini. Come ogni edizione, anche
questa è dedicata alla musica contemporanea ed a ritratti di tre musicisti
“storici” (Bach, Donatoni, Sibelius). Una caratteristica di questa tornata è la
ricerca di luoghi inconsueti unitamente all’accostamento tra contemporaneità
più innovativa (quest’anno tre “commissioni” in prima mondiale) con grandi
partiture note al pubblico.
L’inaugurazione è durata oltre tre ore e mezzo.
Il prologo si è svolto nel museo oceanografico, dove è stata presentata in
prima assoluta Deviner-Devenir
di François Bayle (classe 1932), uno dei “padri
fondatori” della musica elettronica francese. Successivamente il pubblico si è
trasferito nella Cattedrale per ascoltare la prima versione de La
Passione secondo san Giovanni di Bach (Dresda 1724) con
l’organico concepito all’epoca.
Quale il nesso tra i 20 minuti di Bayle
(puramente con strumentazione elettronica) ed i 135 minuti di Bach (con un
piccolo organico orchestrale, e quattro solisti che, integrati da altri due
elementi, diventano un piccolo coro)? Bayle prende l’avvio di una frase di
Schopenhauer sulla musica come filosofia e trascendenza. In quella che è la più
breve e la più teatrali delle Passioni composte
da Bach le pagine del Vangelo diventano compassione per il sacrificio del
Figlio dell’Uomo, ne esaltano l’umanità e si anticipa la Resurrezione, e la
Redenzione.
A differenza di altri compositori contemporanea
e che utilizzano l’elettronica (ad esempio Cage con le sue improvvisazioni) non
c’è accostamento diretto con il barocco (di cui le improvvisazioni erano parte
integrante). Al contrario, alla ricchezza emotiva di una Passione (in cui gli undici numeri corali esprimono la Fede ed i solisti le
emozioni umane di fronte al dramma), la partitura di Bayle è di rigore
matematico ed impiega principalmente fusione di suoni per interpretare tormenti
interiori giustapposti alla pace dell’oceano.
Bayle, alla tastiera elettronica, interpreta se
stesso in un ambiente stereofonico e denso di giochi di luci. Nella Cattedrale
Sigiswald Kuijken dirige La Petite Bande, un complesso tedesco creato nel 1972
, residente a Lovanio e specializzato nella musica barocca. Giovani i quattro
interpreti (Lucia Napoli, Stephan Scherpa, Minna Nyberg, Spefan Vock). Tutti di
qua-lità, anche in quanto costretti a combattere con l’acustica non perfetta
della Cattedrale. I primi due (il contralto Lucia Napoli ed il tenore Stephan
Scherpa) meritano un segnalazione particolare per la cura dell’intonazione. I
loro nomi saranno presto nelle grandi stagioni liriche. Domani, invece
protagonisti Donatoni e Sibelius con l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo
diretta da Gianluigi Gelmetti et Kazuki Yamada.
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“Le Printemps des Arts” inaugurato accostando
una anteprima contemporanea di Bayle e Bach
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