La Fenice
raddoppia
08 - 11 -
2014Giuseppe Pennisi
Mentre a fronte della fine finanziaria, alcuni teatri
lasciano (ad esempio il Massimo Bellini di Catania ed il Vittorio Emanuele di
Messina) ed altri di coalizzano in co-produzioni che coinvolgono numerose
città, anche quest’anno La Fenice raddoppia con una “doppia prima”: il 22
Novembre con un nuovo allestimento di Simon Boccanegra (la cui prima
versione debuttò proprio in Laguna nel 1857) e la riproposta, il 23 novembre de
La Traviata (altro debutto veneziano nel 1853) nell’allestimento di Robert
Carsen con il quale venne riaperto il teatro dieci anni fa dopo il restauro
successivo all’incendio. Simon sarà in programma sino al 6 dicembre,
mentre Traviata (di cui dal 2004 si effettuano dieci repliche l’anno) avrà
circa 30 repliche sino al 4 ottobre in coincidenza con l’Expo. Le recite di
Simon del 22 e del 27 novembre verranno registrate e trasmesse in differita su
Rai5.
E’ una grande idea perché consente al pubblico che si
reca a Venezia di cogliere due titoli molto importanti con un breve soggiorno
nella città. In effetti, l’intero cartello è costruito sul principio che il
turista che si ferma tre sere può assistere a tre spettacoli. La Fenice è il
teatro con più alta produttività in Italia, come riconosciuto da una recente inchiesta
di Classic Voice basata sia su parametri quantitativi sia su un sondaggio tra
critici musicali ed operatori economici.
Anche a ragione dei costi contenuti degli spettacoli e
del vasto impiego di nuove tecnologie (come proiezioni computerizzate), si
stima che un euro di sussidio pubblico ne porta almeno quattro di valore
aggiunto soprattutto tramite il “turismo musicale” attirato in Laguna. In
effetti, tra le fondazioni liriche solo La Fenice (che negli ultimi anni ha
compiuto una vera e propria rivoluzione, passando da “teatro di stagione” a
“teatro di semi-repertorio”) fa analizzare sistematicamente i propri impatti.
Venezia, si sa, vive di turismo culturale. Una recente
ricerca, commissionata dalla Camera di Commercio al Laboratorio di Management delle
Arti e della Cultura dell’Università Ca’ Foscari, arriva a stimare in due
miliardi di euro il valore aggiunto complessivo prodotto dalla cultura a
Venezia. C’è poi uno studio puntuale, realizzato dall’ufficio Studi e Analisi
di VELA Spam che riguarda nello specifico La Fenice, luogo simbolo della città
lagunare ma anche eccezionale volano economico per molteplici settori, con
numeri record: 69 milioni di euro in termini di spesa attribuibile, 256 euro
per ogni fruitore (visitatore o spettatore del teatro); 50 milioni di euro in
termini di impatto complessivo (183 euro per ogni fruitore); 12 milioni di euro
in termini di impatto fiscale; quasi mille unità di lavoro come stima
dell’impatto occupazionale.
Parliamo cioè del 2,5% del valore aggiunto espresso
dall’intero comparto cultura e creatività e il 3% di tutto il fatturato
turistico di Venezia. Vi è, poi, un moltiplicatore di reddito di 0,72 in
rapporto alla spesa attribuibile e di 2,9 rispetto al finanziamento pubblico
erogato. Il tutto senza contare gli effetti intangibili e incalcolabili
generati sul tessuto urbano, a cominciare dai benefici in termini d’immagine
per la città. Un lavoro prezioso, che dovrebbe incoraggiare altre
fondazioni a produrre analisi d’impatto.
Della genesi di Simon ci siamo occupati su
questa testata il 30 ottobre in occasione dell’edizione scaligera (una ripresa
di una produzione di cinque anni fa). A Venezia viene presentato un nuovo
allestimento firmato da Andrea De Rosa; nel golfo mistico sarà sul podio
Myung Whun Chung. Protagonisti Simone Piazzola, Giacomo Prestia, Lucia
Dall’Amico e Francesco Meli. Diego Matheuz alla bacchetta,
Francesca Dotto, Lenardo Cortellazzi e Marco Caria. Quindi un cast
giovane per uno spettacolo che esalta l’amore tra due giovani.
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