CHE FINE HANNO FATTO LE
ORCHESTRE SINFONICHE?
Giuseppe Pennisi
In Italia, la musica
“colta” dal Settecento alla prima parte del Novecento è di solito associata con
la lirica, mentre si dimentica che, da fine Ottocento a metà Novecento abbiamo
avuto un grande stagione di musica sinfonica, ancora eseguita frequentemente
all’estero ma coperta da una corte di oblio in Patria. Per quale motivo?
Montemezzi, Casella, Malipiero, Pizzetti, Dallapiccola, Russolo, Pratella,
Sgambati, Ghedini, Mancinelli, Catalani, Martucci sono stati a lungo dimentica.
Uniche eccezioni: Petrassi e Respighi. Tuttavia, da qualche anno, era in corso
una ripresa di questo importante repertorio, elemento portante della nostra
cultura. Alcune case discografiche (ad esempio la Naxos) avevano anche avuto
successo nel presentare cofanetti con questo o quel compositore ingiustamente
obliato. Spesso in Patria non all’estero,
Il fenomeno era avvenuto
grazie agli sforzi ed alla perseveranza delle orchestre giovanili , alcune
delle quali avevano raggiunto un ottimo livello grazie ad anni di lavoro comune
e quindi di coesione tra giovani professori di differenti strumenti.
Mentre sono stati utilizzati fiumi di inchiostro per le traversie
del Teatro dell’Opera di Roma Capitali, pochi hanno notato che in questi ultimi
mesi numerose orchestre giovanili sono state chiuse, o meglio distrutte.
Vent’anni fa ci fu qualche timida protesta per la chiusura delle Orchestre Rai
di Napoli e Roma, Ma ora silenzio completo
Qualche anno fa, venne chiusa l'Orchestra di Roma e del
Lazio che svolgeva le sue stagioni proprio in una delle sale del Parco della
Musica , la domenica pomeriggio, giorno in cui la sinfonica dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, per la concomitanza delle partite di calcio al
vicino Stadio Olimpico, aveva lasciato libero, anticipando il concerto al
sabato. Bastarono poche rivendicazioni sindacali per chiudere
un'orchestra, prevalentemente di giovani, che aveva già alle spalle alcuni anni
di buona attività.
Sorte analoga è toccata alla Orchestra Mozart, fondata e curata da Claudio Abbado, con sede a Bologna, chiusa pochi giorni prima della morte del direttore, sulla quale nessuna parola costruttiva s'è udita, salvo quelle di circostanza all'indomani della chiusura.
Sorte analoga è toccata alla Orchestra Mozart, fondata e curata da Claudio Abbado, con sede a Bologna, chiusa pochi giorni prima della morte del direttore, sulla quale nessuna parola costruttiva s'è udita, salvo quelle di circostanza all'indomani della chiusura.
Ultimo caso quello dell'Orchestra sinfonica di Roma, fondata
e guidata da La Vecchia e finanziata con il denaro di una fondazione bancari
ala Fondazione Roma. L'orchestra teneva i suoi concerti, molto frequentati, la
domenica pomeriggio ed il lunedì sera, nell'Auditorium della Conciliazione. E'
bastato che la fondazione bancaria riducesse il suo finanziamento che
anche quell'orchestra è finita. Quello del 26 maggio è stato il suo ultimo concerto.
Il 22 novembre 2012 aveva celebrato il decennale dalla nascita.Eta soprattutto l’unica orchestra sinfonica
interamente privata in Europa continentale e la sola in Italia a non avere un
euro di contributo pubblico. È il frutto del lavoro di un accademico banchiere,
Emmanuele Emmanuele, appassionato d’arte e di un gruppo di musicisti guidati da
Francesco La Vecchia. Quando è iniziata la loro avventura, molti li hanno
snobbati. Pensare di fare nascere un’orchestra sinfonica puramente privata, in
grado di reggersi sulle proprie gambe, partendo con un gruppo di giovani appena
usciti dai conservatori, era considerato poco “politically correct
Da novembre
a giugno, i “ragazzi” (ormai quarantenni o quasi) hanno suonato, nell’Auditorium di Via della
Conciliazione, la domenica pomeriggio alle 17.30 e il lunedì sera alle 20.30;
la sala strabocca di giovani (e anche di anziani) a ragione in gran misura
della politica di prezzi: per 30 concerti, l’abbonamento intero è € 300 (poco
più di un posto in platea o palco per una sola serata alla Scala), ma per gli
studenti è € 100 e per chi ha più di 65 anni € 180. Per i singoli concerti, il
biglietto intero è € 20, quello ridotto (per studenti e anziani) € 15.
E’ diventata
‘l’orchestra della gente, con un pubblico di giovani ed anziani, non di
grandi capacità economiche ma appassionati di musica e fidelizzati
all’Orchestra, che consideravano e considerano la ‘loro’ Orchestra. Nonché
concerti di beneficienza in istituti di detenzione e pena e negli ospedali. Ora
non c’è più. Roma che, per popolazione, dovrebbe avere dieci orchestre stabili
(come Berlino) è rimasta unicamente con la Sinfonica di Santa Cecilia e la
piccola Roma Sinfonietta.
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