NUOVA CONSONANZA/ Gli eredi della musica
elettronica di Darmstadt
Pubblicazione: domenica 23 novembre 2014
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di archivio
NEWS Musica
Come
indicato il 15 novembre su questa testata, Roma è diventata, per varie
ragioni, la ‘vera capitale’ della musica contemporanea internazionale. E’ in
corso il 51simo Festival di Nuova Consonanza (di cui si è tracciato un
profilo il 15 novembre) ed è appena stata annunciata una conferenza stampa per
il 26 novembre quando è stata annunciata la nuova ‘stagione di musica
contemporanea’ della paludata Accademia Nazionale di Santa Cecilia (in
associazione con Musica per Roma).
Tra le varie
forme di musica contemporanea è, senza luogo, rilievo la musica elettronica
nelle sua varie espressioni. Negli Anni Sessanta e Settanta, trovò il suo
massimo centro a Darmstadt, nei pressi di Francoforte, dove si tengono ancora
regolari corsi estivi in materia. Per decenni Darmstadt regno di Karlheinz
Stockhausen e linfa di compositori italiani come Luigi Nono e Bruno Maderna. Ha
anche rappresentato il tentativo di proseguire ed approfondire la ‘secondo
scuola di Vienna (Schoenberg, Berg, Webern) coniugando la musica seriale
dodecafonica con le tecniche offerte dalle nuove tecnologie – dalla stereofonia
su nastro all’informatica. Oggi il maggior centro di innovazione è il Centro
per l'Arte e la Tecnologia dei Media, dal tedesco Zentrum für Kunst une
Medientechnologie, meglio conosciuto con la sigla ZKM.
La ‘musica
spettrale' francese, di cui a IlSussidiario.net del 15 novembre, nasce
per contrapporsi alla ‘scuola di Darmstadt’ che ha sempre avuto una forte
impronta ideologica di matrice marxista.
Nell’ambito del
Festival di Nuova Consonanza si è avuto il 19 novembre (dopo la maratone
della Festa d’Autunno del 16 novembre, di cui ho trattato altrove), un
assaggio dei lavori della ZKM con un dibattito con il suo direttore Ludger
Blummer ed un concerto di fisarmonica e live-electronics, intitolato “Akkordeon
und Elektronik”, e presentato al Goethe-Institut Rom Affidato alla
fisarmonica di Francesco Gesualdi, talento d’eccezione, attento e sensibile
musicista, insieme a Damiano Meacci live electronics e Tommaso Cancellieri per
la regia del suono. E’ il frutto della collaborazione tra Nuova
Consonanza, il Centro ZKM di Karlsruhe e il Goethe-Institut, istituzioni che da
sempre promuovono lo sviluppo della ricerca compositiva.
E’ stato un focus su due mondi solo
apparentemente lontani – quello della fisarmonica e dei live-electronics –, che
a uno sguardo più ravvicinato sembrano possedere vie di comunicazione e punti
di contatto infiniti, nel momento del loro sperimentarsi a vicenda per
raggiungere un dialogo sonoro. La fisarmonica, strumento da sempre legato
all’anima più popolare dell’uomo e alle sue tradizioni, evade dal ruolo in cui
è stato relegato per secoli e intraprende un dialogo con l’elettronica in tempo
reale a partire da Solo di Karlheinz Stockhausen fino alle
prima esecuzioni italiane di Turbolence di Ludger Brümmer
e Da soli paralleli di Gianluca Ulivelli, e alla nuova
versione di Breath 2.0 di Mauro Cardi. Al richiamo più
naturale degli strumenti sembra ispirarsi la composizione che conclude il
programma, Al di là dei miei uragani (in una nuova versione,
anch’essa in prima esecuzione italiana) per fisarmonica amplificata ed
elettronica di Nicola Sani. In essa lo strumento diviene generatore di sonorità
stravolte, ruvide e permeate d’aria, che si addensano ritmicamente in un
respiro continuo e fluido mentre l’elettronica scompone il suono in diverse
traiettorie che sorprendono l’ascoltatore, proiettandolo in dimensioni spaziali
sempre nuove, in un immaginario di infinite drammaturgie.
Non sarebbe
appropriato commentare su questa testata gli aspetti tecnico-specialistici del
concerto su questa testata poiché potrebbero interessare unicamente i lettori
con dimestichezze delle complessità della musica elettronica. Possiamo però
rispondere a due domande.
In primo luogo,
in che misura a ZKM si raggruppano i nipotini di Darmstadt? Senza dubbio,
Darmastadt è stata la culla di molti di coloro che lavorano a Karsruhe, come
Blummer e Sani. Sono numerosi coloro che in estate insegnano ai corsi di
Darmstadt.
In secondo
luogo, la ZKM ha il forte contenuto ideologico che aveva Darmstadt?
Ricordiamo le opere di Karlheinz Stockhausen viste ed ascoltate alla Scala
od Intolleranza di Luigi Nono riproposta alcuni anni fa a La
Fenice. Sulla base della conversazione con Ludger Blummer, mi pare si possa
dire che il contenuto è cambiato. L’ancora non è più il marxismo e la lotta di
classe ma la democrazia elettronica. Grazie alla ‘nuova’ musica elettronica
(che ha come sue caratteristiche lo spazio – che consente un’architettura
musicale fatta di differenti colonne sonore – sino a 100 in alcune composizioni
– e l’algoritmo informatico), ciascuno di noi può diventare musicista, anche
soltanto con uno smartphone, e ciascun ascoltatore ha di
conseguenza un concerto personalizzato a ragione della sua collocazione nella
sala.
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