La Carmen africana di Dada Masilo
È una Carmen indubbiamente molto differente di quelle che si usa vedere al teatro o al cinema (dall’opéra-comique è stata tratta una dozzina di film, affidati anche a registi di rango come De Mille, Preminger, Rossi, Zefferilli). È molto diversa da quella elegante e drammatica ma tradizionale che il 4 novembre si vedrà in circa duecento sale cinematografiche italiane in diretta HD dal Metropolitan di New York. La Carmen di Dada Masilo, portata in Italia da RomaEuropa Festival nell’ambito di una lunga tournée in Europa, è in primo luogo una “Carmen africana”.
Scritto da Giuseppe Pennisi | domenica, 2 novembre 2014 · 0Questa notazione è utile per comprendere questa Carmen essenziale con Dada Masilo coreografa e protagonista e dodici altri ballerini e ballerine, una colonna sonora registrata e una scena fatta solamente di luci e colori. È una Carmen ambientata a Soweto, dove Dada Masilo è nata e cresciuta, ma essenzialmente stilizzata e che potrebbe essere inserita in un altro contesto. Viene utilizzata una suite di settanta minuti dell’opera di Bizet composta da Rodion Šcedrin interpolata con la Habanera interpretata da Maria Callas e da due estratti di Lamentate di Arvo Pärt. La Carmen di Dada Masilo è una femme fatale (come Lulù, Manon, Nanà) che trasforma un bravo giovane in ladro e assassino. Settanta minuti che parlano, senza alcuna reticenza, di eros, manipolazione, dolore, ambizione e morte. Ma è una femme fatale africana o meglio sudafricana con espressione e vigore più forti e più violente di quelle delle sue “cugine” europee. Ciò spiega anche il finale a sorpresa: Carmen, violentata e accoltellata da Don José (l’unico “bianco” della compagnia) risorge mentre Escamillo trucida in pubblico Don José come se fosse un torello.
Per questa Carmen ha studiato il flamenco. “La trama parla di sesso, manipolazione, dolore ambizione e morte. Di fronte a tutto ciò”,dice,“non volevo essere ben educata e timida. Ho cercato di mostrarmi così come sono, influenzata da quanto accade nel mio Paese”.
Il pubblico – circa 2.000 spettatori alla prima il 29 ottobre – ne è stato sedotto. Ha risposto con acclamazioni.
Giuseppe Pennisi
http://romaeuropa.net/
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