L’analisi. Gli Abs per spingere la ripresa? Tokyo ci ha
provato Ma la Banca del Giappone non sa ancora se è servito a qualcosa in Avvenire del 4 novembre
Il piano di acquisto di titoli Abs (Asset backed securities, ossia titoli
'cartolarizzati' basati su attività reali) da parte della Banca centrale
europea è in rampa di lancio. Francoforte ha annunciato che lo 'shopping'
inizierà a novembre, «dopo la pubblicazione della documentazione legale». Gli
acquisti verranno eseguiti, per conto della Bce, da quattro società – Amundi
Intermédiation, Deutsche Asset & Wealth Management International, Ing
Investment Management e State Street Global Advisors – selezionate con gara. Le
operazioni verranno effettuate per un anno su «esplicite istruzioni» del Consiglio
Bce. Prima di approvare le transazioni, la Bce condurrà l’appropriata 'due
diligence' e i controlli sui prezzi. L’autorizzazione agli acquisti sarà
pubblicata sul sito della Bce ed entrerà in vigore il giorno successivo alla
sua pubblicazione.
Sugli Abs ci sono ancora molti comprensibili
timori. Non sono strumenti nuovi, dato che esistono da almeno 30 anni (nel
1996, Wiley and Sons, una delle maggiori case editrici di New York, ne
pubblicava una voluminosa guida) ma sono considerati uno degli elementi di
quella «esuberanza irrazionale» che ha contagiato i mercati negli anni Novanta
portando alla crisi scoppiata nel 2007. Ciò spiega le perplessità espresse da
componenti degli organi di governo della Bce.
Ma sono poche le esperienze di Abs utilizzati
da banche centrali per fare uscire le banche e le imprese dalla 'trappola della
liquidità'. Altra ragione che spiega la ritrosia di alcuni Stati membri
dell’Eurozona. L’esperienza più lunga (e più pervicace) è quella della Bank of
Japan che, dal 1999, ha utilizzato gli Abs, a più riprese e con varie modalità.
Non è esperienza facile da studiare, sia perché gran parte degli studi sono in
giapponese sia a ragione delle profonde differenze del sistema istituzionale
nipponico rispetto a quello europeo. Nel 2010, in un lavoro per una conferenza
internazionale tenuta a Boston, Kazuo Ueda dell’Università di Tokyo (uno degli
economisti giapponesi più autorevoli in materia) concludeva che gli Abs non
avevano dato nessun contributo di rilievo ai mercati del Paese ed a cenni di
ripresa. Più incoraggiante un lavoro pubblicato a marzo su 'Economics World' da
Yutaka Kurihara di Aichi University a Nagora. Lo studio conclude che gli Abs
«hanno contribuito a stabilizzare i mercati finanziari ed a fornire supporto a
piccole e medie imprese» (ovviamente in Giappone). In breve hanno avuto
un’utile funzione di «ponte». In Europa funzioneranno? Per capirlo serviranno
verifiche periodiche.
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incerti
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