Parma.
Una Croce
per Verdi
PARMA
Una grande Croce
domina la scena de La forza del
destino( in scena a
Parma sino al 28 ottobre) con cui è stato inaugurato il Festival Verdi 2014
(fino al 6 novembre), quest’anno in estrema economia: due sole opere (oltre
alla Forza al Regio, La traviata nel piccolo teatro di Busseto), qualche concerto,
alcune conferenze, spettacoli per bambini e proiezioni.
La forza, tuttavia, merita un viaggio.
L’allestimento
del 2011 (regia, scene, costumi, luci e coreografia di Stefano Poda) è stato
completamente ripensato. Resta una messa in scena astratta e cupa (poca gradita
dai tradizionalisti) che pone l’accento sul viaggio interiore dei protagonisti
più che sulla macchinosa vicenda. È un modo convincente per presentare la
versione integrale dell’edizione scaligera dell’opera del 1869. È differente da
quella (per San Pietroburgo) del 1862 perché alla visione byroniana e atea del
fosco dramma spagnolo ne viene contrapposta una manzoniana e religiosa. Verdi
si professava agonostico ma, come documenta il recente saggio di Paolo De
Nicola ( Un credente in
maschera, Ensemble)
era tormentato dal dubbio: l’edizione della Forza del 1869 è un percorso «verso lo scioglimento di ogni
umano dolore nell’abbandono dell’amore e della misericordia di Dio».
Di livello il
cast vocale ( Virginia Tola, Chiara Amarù, Luca Salsi, Roberto Aronica, Michele
Pertusi, Roberto De Candia nei ruoli principali), mentre dal loggione riserve
sulla regia presto sopite dalle ovazioni a interpreti, coro e orchestra.
Aspetto saliente la concertazione di Jader Bignamini alla guida della
Filarmonica Toscanini, intensa, piena di chiaroscuri, con grande attenzione
all’alternarsi di tonalità minori e maggiori. Il trentottenne Bignamini ha un
piglio verdiano che ricorda Riccardo Muti nel periodo napoletano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“La forza del
destino” di Poda recupera la versione “manzoniana” e religiosa del dramma Sul
podio brilla Bignamini
Nessun commento:
Posta un commento