Rigoletto espressionista all'Opera
di Roma
di Giuseppe Pennisi
In un Teatro dell'Opera di Roma Capitale alle prese con conti fuori
controllo, con l'orchestra e il coro licenziati dal consiglio di
amministrazione e dal ministro in persona, denunce di irregolarità e reati,
torna dopo una pausa di otto anni Rigoletto. Alla prima, il 21 ottobre, si
avvertivano tutte le tensioni sul teatro al centro di polemiche e scandali. Molto amata dal pubblico,
Rigoletto sarà in scena fino all'8 febbraio 2015 in due tornate di repliche,
per circa 15 recite. L'allestimento affidato a Leo Muscato (scene di Federica
Parolini, costumi di Silvia Aymonino) sposta l'azione dalla Mantova
rinascimentale a un cupo principato mitteleuropeo d'inizio Novecento. Scarne le
scene, composte in gran misura da tende. Interessanti i giochi di luce,
specialmente nel terzo atto. Relativamente giovani gli interpreti. Dei tre
protagonisti unicamente Gilda (Ekaterina Sadovnikova dalla bella coloratura) ha
sprazzi di felicità, mentre Rigoletto (Giovanni Meoni in gran forma) è
doppiamente deforme: da un lato malvagio, da un altro fragilissimo. Il Duca, un
Pietro Pretti dal timbro chiarissimo, annega la propria disperata solitudine in
orge dove c'è anche spazio per le droghe. Nella concezione generale, non
mancano riferimenti al teatro e al cinema espressionista tedesco. (riproduzione
riservata
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