Carmen
a Soweto (in tournée italiana)
27 - 10 - 2014Giuseppe Pennisi
Secondo
i sondaggi periodicamente condotti dal sito Operabase, il portale più
seguito dai melomani e dai professionisti, “Carmen” è stata per decenni l’opera
più ascoltata e forse più vista al mondo. Soltanto di recente è stata superata
dal “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart, ma si è trattato di un
breve interludio. Nel 2011, “Carmen” era di nuovo in testa, superata però da La
Traviata nel 2013. E’, comunque, una delle opere più viste e più ascoltate,
anche grazie alle versioni cinematografiche, principalmente quella di Otto
Preminger negli anni ’50 e quella di Francesco Rosi negli anni ’80. Sino
a tempi recentissimi, la si presentava nell’edizione messa a punto per l’Opera
di Vienna nel 1875 dal mesteriante Ernest Guiraud che aveva non solo
musicato le parti parlate ma rimaneggiato, malamente, l’orchestrazione. Il film
di Preminger seguiva a puntino l’opera di Bizet, con parti parlate
alternate a numeri cantati (la conturbante Dorothy Malone era doppiata
da Marylin Horne e Don José era Harry Belafonte doppiato
dal tenorone Lee Vern Hutcherson); si svolgeva nei Caraibi americani in
un ambiente dove tutti i protagonisti erano di colore.
Perché
ricordare oggi un film del lontano 1954? Inizia dal Roma Europa Festival di
Roma la tournée di quello che è stato uno dei maggiori successi della Biennale
di Danza di Lione 2014: “Carmen” con Dada Masilo coreografa e
protagonisti e 12 altri ballerini e ballerini. E’ una Carmen nera, ambientata a
Soweto, dove Dada Masilo è nata e cresciuta. Viene utilizzata una suite
di 7° minuti dell’opera di Bizet composta da Rodion Š edrin interpolata con la
“Habanera” interpretata da Maria Callas e da due estratti di “Lamentate”
di Arvo Pärt. Lo spettacolo sarà al Teatro Brancaccio di Roma dal 29
ottobre al 2 novembre, nell’ambito del RomaEuropaFestival, per proseguire nel
circuito ATER ed in numerosi teatri di Francia e Belgio per terminare questa
tournée europea a Aix-en-Provence in primavera inoltrata.
Dada
Masilo – lo sappiamo – è nota per la combinazione tra straordinaria
musicalità , estro selvaggio ed enorme energia. Rivista i classici con
un’ottica sudafricana ed anche trasgressiva. Acquisì notorietà nazionale con un
Lago dei Cigni che coniugava tardo romanticismo europeo con la realtà di Soweto
ed in cui i cigni erano ballerini uomini ma di tendenze sessuali apertamente
omo-erotiche – elemento molto più scabroso in Africa che in Europa.
Per
questa “Carmen” ha studiato il flamenco. Sarà una Carmen nera in un mondo nero
ma molto diversa dal film, tutto sommato per famiglie, di Otto Preminger. “La
trama parla di sesso, manipolazione, dolore ambizione e morte. Di fronte a
tutto ciò – dice- non volevo essere ben educata e timida. Ho cercato di
mostrarmi così come sono, influenzata da quanto accade nel mio Paese” .
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