Consigli di
lettura ai parlamentari alle prese con la Legge di stabilità
20 - 10 - 2014Giuseppe Pennisi
Robert. S. McNamara
(Segretario alla Difesa delle Amministrazioni Kennedy e Johnson,
precedentemente presidente e amministratore delegato di Ford Motor Company e
successivamente presidente e amministratore delegato della Banca Mondiale)
aveva, ed ha, la fama di straordinaria capacità di lavoro. Essendogli stato a
fianco, posso assicurare che lavorava dalle 8 alle 18 (con un’ora per il
pranzo) ma che parcellizzava il tempo in segmenti di 15 minuti con una pausa di
3-5 minuti tra un segmento e l’altro. Ossia riunioni ed incontri non duravano
più di un quarto d’ora. Cosa avveniva nella pausa? Tirava fuori dal cassetto
della scrivania un libretto e ne leggeva attentamente alcune pagine. Erano di
solito libri brevi. Alternava raccolte di economia con saggi di economia
“scritti in prosa” (amava dire). Si era laureato in statistica ed era stanco di
matematica avanzata e testi tecnici.
Questo ricordo mi viene alla vigilia del dibattito
parlamentare sulla Legge di stabilità. Come potranno deputati e senatori
vagliare bene testo ed emendamenti senza un “metodo alla McNamara” che induca a
parcellizzare il tempo per concentrare l’attenzione?
Non mi arrogo la pretesa di dare consigli in materia
di letture di poesia, ma vorrei dare un suggerimento ai parlamentari su testi
economici. Rifuggano del best seller di Thomas Piketty Capitalismo
nel XXI Secolo (che pur è stato presentato nella Sala della Regina di
Montecitorio). Per ragioni pratiche, non ideologiche: è troppo lungo, e pesante
(con le sue 550 pagine non entra nei cassetti e non è organizzato in modo che
se ne possano leggere poche pagine alla volta”. Prendano invece il libretto (si
fa per dire) di 130 pagine di Deirdre N. McCloskey I Vizi degli
Economisti, le Virtù della Borghesia appena apparso nella collana
“Mercato, Diritto, Libertà” dell’Istituto Bruno Leoni.
E’ breve perché Deirdre N. McCloskey (professoressa
sia all’Università dell’Illinois a Chicago che a quella di Götegorg in Svezia)
distilla il suo pensiero in occasione di tre conferenze a Rotterdar ; ha al suo
attivo oltre venti libri ed oltre 200 saggi. Nata uomo, sposata per trent’anni e
padre di due figli, è diventata donna nel 1995. E’ poco nota in Italia non solo
perché i transgender suscitano perplessità nell’accademia
italiana (specialmente se sono “conservatori di destra”, e tali si definiscono)
ma anche perché appartiene a una disciplina “di confine”: la cliometrica, ossia
la storia economica con metodi quantitativi. Materia che nel nostro Paese ha
più adepti tra i sociologi della politica (o dell’economia) che tra gli
economisti.
Il saggio di Deirdre N. McCloskey ha due aspetti in
comune con il lavoro di Piketty: a) sotto il profilo editoriale, si legge
agevolmente (e concetti complessi vengono resi facilmente comprensibili); b)
sotto il profilo sostanziale tratta di temi affini a quelli di Capitalismo
nel XXI Secolo, ossia i fondamenti dell’economia politica e della politica
economica. Analogamente a Piketty, quindi, ci riconduce a quanto si insegnava e
studiava sino all’inizio degli Anni Ottanta nelle facoltà di Economia prima che
si andasse verso ricerche sempre più specializzate, e sempre più tecniche, su
singoli frammenti dello scibile economico.
A differenza di Piketty, però, Deirdre N. McCloskey si
pone l’obiettivo di demolire tre pilastri che hanno retto la disciplina, ed il
suo spezzettamento, negli ultimi quaranta anni (e con i pilastri, gli
architetti): a) l’impiego eccessivo ed a volte superficiale di dati statistici
(Klein); b) la modellistica macro-economica “alla lavagna” (Samuelson); e c)
l’ingegneria sociale (Tinbergen).
Con cosa le sostituisce? Con le virtù “borghesi” del
“buon padre di famiglia”. Lei che padre lo è stato, prima di diventare da
Professore a Professoressa (distinguished), sa di che si tratta. Di
queste virtù ne mette due in prima fila: l’avidità ed il desiderio di essere il
primo della classe.
Nell’autunno 1990, in un’occasione conviviale dopo la
presentazione del primo Rapporto della Banca Mondiale, chiesi a Stanley
Fischer (oggi è Vice Presidente della Federal Reserve americana, allora era
Vice Presidente della Banca Mondiale, nel contempo è stato Governatore della
Banca centrale di Israele) se poteva riassumere in una parola sola come uscire
dalla povertà (tema fondante della legge di stabilità al vaglio del
Parlamento), mi rispose: Greed (Avidità).
Ci si pensi prima di approvare nuovi balzelli e vincoli
nascosti tra le righe. Le virtù della borghesia possono essere di maggior aiuto
degli economisti dei loro modelli e dei loro vizi.
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