Tutte le domande
sull’assenza di Renzi all’Open Government Partnership
Molto si è detto della visita del premier Matteo
Renzi negli Stati Uniti. Dalla Singularity University all’Onu, la stampa italiana ha seguito con molto interesse il
tour. Pochi invece hanno segnalato gli appuntamenti ai quali Renzi
non si è presentato.
TRASPARENZA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L’evento più rilevante è stato la premiazione dell’Open Government Partnership, l’associazione di 63 Stati e numerose organizzazioni
della società civile che hanno formalizzato l’impegno per il miglioramento
della trasparenza della Pubblica amministrazione. La cerimonia è avvenuta il 23
settembre nella sede dell’Onu a New York, in contemporanea alla
sessantanovesima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Vi hanno partecipato
undici capi di Stato e di governo, trenta ministri, delegazioni governative di
sessantacinque Paesi e oltre trecento rappresentanti della società civile. Ma
all’evento non c’erano Renzi né nessuna delegazione del governo
italiano.
INIZIATIVA ITALIANA
L’Italia ha aderito al progetto Open Government Action
Plan a settembre del 2011 e alla sua attuazione, voluta dal presidente
americano Barack Obama nel 2013. Da quanto si può verificare sul sito
ufficiale, dei diciotto obiettivi fissati ne sono stati raggiunti soltanto tre.
Ma l’iniziativa italiana OpenCoesione-Monithon si è classificata al quarto posto nei premi dedicati
al “citizen engagement”.
L’IMPEGNO DELLA SOCIETÀ CIVILE
Sul sito di OpenCoesione si legge: “Il
riconoscimento internazionale testimonia l’impegno della squadra dedicata al
progetto, ma anche degli enti di ricerca, delle università, delle
amministrazioni pubbliche, delle associazioni e organizzazioni della società
civile, attive nel campo della trasparenza e dell’open government – tra cui
Action Aid, Fondazione Bruno Kessler, Open Knowledge Foundation, Libera, Centro
NEXA, AKUBARI, Sardinia Opendata, Diritto di Sapere, IWA Italy – che hanno dato
supporto alla candidatura italiana e, tramite il loro utilizzo dei dati, sono
il vero successo di questa iniziativa”.
TUTTI GLI INVITATI
Tra i presenti alla cerimonia c’erano Obama,
François Hollande, e i presidenti d’Indonesia (Susilo Bambang
Yudhoyono), Messico (Enrique Peña Nieto), Sudafrica (Jakaya
Kikwete) e Danimarca (Helle Thorning-Schmidt).
LE PRIORITÀ DEL GOVERNO
Secondo l’economista Giuseppe Pennisi,
l’assenza di Renzi (che era nel Palazzo lo stesso giorno e alla stessa ora)
evidenzia che forse “la trasparenza e l’efficienza della Pubblica
amministrazione non interessano al presidente del Consiglio e…” farebbe
“più bella figura a smettere di parlarne”. In una conversazione con Formiche.net,
Pennisi ha detto che forse la mancata partecipazione italiana è
un’evidenza del caos che regna alla Rappresentanza permanente dell’Italia
presso le Nazioni Unite.
L’ESEMPIO DI ANDREW CARNEGIE
Inoltre, Pennisi ha spiegato che le
associazioni italo-americane hanno notato il mancato “pellegrinaggio” di Renzi
a Pittsburgh. “Si sarebbe dovuto recare al loculo di Andrew Carnegie,
il padre della siderurgia e della metallurgia, considerato allo scoppio della
Grande Guerra l’uomo più ricco del mondo. Fu uomo molto fortunato perché lavorò
con collaboratori sempre più brillanti di lui. Renzi avrebbe appreso –
aggiunge Pennisi – che deve contornarsi di competenti (anche critici)
e non di sodali pescati tra i vigili di Firenze e luoghi simili”.
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