Le vette
tardo romantiche inaugurano la stagione della svolta dell'Accademia Santa
Cecilia
Pubblicazione: martedì 28 ottobre 2014
La prima dell'Accademia Santa Cecilia
NEWS Musica
Sabato 25 ottobre è stata inaugurata la Stagione
Sinfonica 2014-2015 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con un concerto
diretto da Antonio Pappano sul Podio dell’Orchestra e del Coro di Santa
Cecilia. Pianista ospite d’eccezione Evgeny Kissin, interprete del concerto n.
2 di Rachmaninoff. Il brano iniziale è stato Una notte sul Monte
Calvo di Modest Musorgskij. L’intera seconda parte è stata dedicata
alla Eine Alpensinfonie di Richard Straus. Al concerto ha partecipato il
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Sala Santa Cecilia era
pienissima; non solo i 2882 posti erano tutti occupati ma c’era anche pubblico
in piedi dietro la platee e le numerose balconate a gallerie. Il programma è
stato replicato, con pari tutto esaurito il 26 ed il 27 ottobre.
E’ il segno della fidelizzazione del pubblico
all’Accademia per un’inaugurazione differente dalle altre: solo poche settimane
fa il Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali ed il Turismo ha firmato il
decreto, atteso da anni, con viene concessa ‘autonomia’ all’istituzione – ossia
la possibilità di fare un’effettiva programmazione triennale basata su
contributi certi (con il significato che si può dare all’aggettivo certo nell’attuale
contesto economico e politico). Quindi, il valore della serata ha avuto una
valenza molto speciale: di svolta politica nel campo della politica musicale.
Prima di commentare il concerto inaugurale, occorre,
però, fare una riflessione proprio di politica musicale. Roma Capitale con i
suoi cinque milioni di abitanti per essere al livello delle sue controparti
europee dovrebbe avere almeno cinque-dieci grandi orchestre sinfoniche. Mentre,
in effetti, la sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è l’unica
rimasta sul tappeto. Negli ultimi anni, hanno chiuso l’orchestra RAI (che
operava in una delle migliori sale europee sotto il profilo acustico – ora
ridotta a studio per varietà televisivi), l’Orchestra di Roma e del Lazio
(sostenuta in gran misura dalla Regione Lazio), e l’Orchestra Sinfonica Romana
(unica sinfonica europea interamente privata e che, sostenuta dalla Fondazione
Roma, praticava una politica di bassi prezzi ed era diventata ‘l’orchestra
della gente’- dei giovani, dei pensionati, delle famiglie a basso reddito). E’
nata ‘Roma Sinfonietta’ con un organico ridotto ma opera nell’auditorium
dell’Università di Tor Vergata, con un pochissimo pubblico poiché è
lontanissima da centro ed impossibile da raggiungere se non in automobile.
Senza ridurre il ruolo davvero speciale in Italia e nel mondo dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia , è un tema che il Governo (non solo il Ministero
con sede a Via del Collegio Romano) deve porsi. Esso ha a che fare con
l’istruzione musicale nelle scuole (e nelle famiglie). L’Accademia di Santa
Cecilia sarebbe la prima a beneficiare dalla concorrenza di altre orchestre
sinfoniche a più basso costo e a più bassi prezzi di biglietti che potrebbero
preparare un più vasto pubblico che potrebbe a volte seguire anche i concerti
‘maggiori’.
Un concerto inaugurale ha sempre due caratteristiche,
oltre a quella di sfoggiare grandi interpreti: a) mostrare tutto l’organico e
c) contenere brani conosciuti dal pubblico. I due grandi interpretati sono
stati Antonio Pappano, Direttore Musicale della Sinfonica dell’Accademia, e
Evgeny Kissin, pianista russo quarantenne che era già un enfant prodige e
sei anni e noto artista a dieci, ospite abituale dei concerti di Santa
Cecilia.
Il tema unificante era,se si vuole, la montagna nella
lettura musicale tardo romantica. Il primo ed il terzo brano (che ha occupato
tutta la seconda parte della serata) erano incentrati sulla montagna. Il primo
era Una notte a Monte Calvo dall’opera La fiera di
Sorocinski di Modest Musorgskij nella trascrizione di Vissarion
Shebalin che, in meno di 15 minuti, prevede un doppio coro, un coro di voci
bianche, un basso (per poche note) ed un enorme organico. Ossia di mettere le
luci della ribalta sul’intero complesso della Sinfonica dell’Accademia. E’
brano ‘popolare’ e tale è stata l’inflessione datagli da Pappano. Il terzo
brano è stata Eine Alpensinfonie di Richard Strauss , ultimo
‘poema sinfonico’ del compositore , grande amante delle Alpi bavaresi. Strauss
vi lavorò dal 1911 al 1915 ; nella prima parte del Novecento, lo diresse di
persona nei concerti dell’Accademia, all’Augusteo. Narra una giornata in
montagna. La notte viene evocata in si bemolle. Una lunga preparazione in mi
minore prelude ad un do maggiore liberatorio (l’alba e l’ascesa) sino
all’alternarsi tra tonalità e maggiori nella tempesta (con le Alpi minacciose
stagliate all’orizzonte) e le serenità finale. Pappano e l’orchestra
evidenziano come Strauss raggiunge sonorità straordinarie anche grazie
all’impiego di nuovi strumenti studiati espressamente per il lavoro.
Il secondo concerto per pianoforte di
Rachmaninoff, uno dei brani più eseguiti nei concerti dell’Accademia negli
ultimi vent’anni (che perché amato dal pubblico e noto perché sue parti sono
state utilizzate come musica di accompagnamento di film). Non tratta di
montagna ma con grande ricchezza melodica scava nella depressione del
compositore. Evgeny Kissin ha trionfato ed offerto due bis.
Quindici minuti di ovazioni.
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