OPERA/
Puccini: bello e possibile. Il libro dedicato al grande musicista
Pubblicazione: sabato 4 ottobre 2014
Il libro su Puccini
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NEWS Musica
Dopo il fiorire di pubblicistica su Giacomo Puccini in
occasione delle celebrazioni per il centocinquantenario dalla nascita
(2008), la saggistica sul compositore lucchese si è quasi rarefatta. Occorre, quindi,
elogiare l’editore Zecchini per la pubblicazione di questo lavoro di Vincenzo
Ramòn Bisogni, dalla Fondazione Renata Tebaldi, un musicologo il quale pur
scrivendo pregevoli libri su Verdi e Wagner, dedica molta attenzione al
‘Novecento Storico’. Ramòn Bisogni non è un accademico in senso stretto; un
pregio dei suoi libri è che si leggono come romanzi. A volte molto accattivanti
come quello sul fiume di denaro che accompagnò la tetralogia wagneriana.
E’ questa anche una delle qualità del suo lavoro su
Puccini, molto più gustoso dei saggi ad esempio di Bortolotto, Buden e Gerace.
E’ una caratteristica importante perché sei delle dieci opere di Puccini
appartengono al teatro in musica più rappresentato il mondo e ascoltato spesso
da un pubblico che ha una conoscenza approssimativa dell’autore. La lettura del
libro di Ramòn Bisogni renderà più semplice il loro ascolto oppure farà sì che
verranno comprese meglio e che molti miti creati attorno alle opere ed al
compositore (ad esempio quello della ‘fragilità’ delle ‘eroine’ pucciniane )
verranno accantonati (auguriamoci per sempre). E’, occorre sottolinearlo, un
libro ‘per tutto’ anche se si basa su analisi rigorose.
Il volume (240 pagine) è in tre parti. La prima
riguarda la vita del musicista. La seconda le sue opere (con accento sulle sei
più note e più diffuse). La terza, la modernità. A mio avviso, sarebbe stato
utile un più completo inserimento di Puccini nella storia politica dell’Italia
di Giolitti, Depretis e Mussolini anche per spiegare perché Puccini fu la
tessera No.2 del Partito Nazionale Fascista di Viareggio e il primo musicista
ad avere udienza a Palazzo Venezia e a portare al Duce un progetto articolato,
non accettato perché ‘le casse erano vuote’. Sarebbe anche stato utile definire
più compiutamente la modernità di Puccini e la sua grande influenza su
musicisti americani del secondo dopoguerra quali Pasatieri, Bolcon. Prévin e
molti altri. E invece, le distanze prese nei suoi confronti da dodecafonia e
avanguardia.
Questi aspetti mi auguro vengano approfonditi in un
lavoro futuro di Ramòn Bisogni
(Vincenzo Ramòn Bisogni ‘Giacomo Puccini- Bello e
Possibile- Tradizione e Modernità nella Musica di Puccini Zecchini Editore ,
Varese, 2014 € 19)
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