La forza del destino risolleva Parma
di Giuseppe
Pennisi
Il Festival
Verdi che ha luogo a Parma fino al 4 novembre è decisamente in tono minore:
vertici dimissionari, risorse all'osso, due sole opere, qualche concerto e
molte conferenze. Come non bastasse la calamità naturale che sta colpendo la
città, piegandola a fango e acqua. La Forza del destino, in scena fino al 28
ottobre, rappresenta uno spiraglio di luce. Non si tratta di una ripresa dell'allestimento del
2011 perché il regista, Stefano Poda, ha rivisto scene, costumi e luci.
Soprattutto è cambiato il cast vocale, che annovera Virginia Tola, Chiara Amarù,
Luca Salsi, Roberto Aronica, Michele Pertusi e Roberto De Candia. Mutati anche
l'orchestra, il direttore del coro e il maestro concertatore. A Parma viene
presentata la versione scaligera o altrimenti detta manzoniana del 1869 che
pone l'accento sul pentimento e la redenzione. Il giovane maestro concertatore
Jader Bignamini ha mostrato, con la complessa partitura, grande perizia.
Superiore anche a quella di Riccardo Muti che si cimentò con l'opera verdiana
alla Scala molti anni fa. Oltre ad applaudire singoli numeri a scena aperta, il
pubblico si è lanciato in ovazioni rivolte proprio a Bignamini, ai cantanti e
all'orchestra. Dal temibile loggione di Parma è partita qualche protesta
(subito sopita) nei confronti dell'allestimento stilizzato e atemporale di
Poda. Dato il libretto, una Forza del destino in chiave tradizionale oggi
sfiorerebbe il ridicolo. Poda merita dunque un plauso. (riproduzione riservata)
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