lunedì 13 gennaio
2014
Palermo, Teatro Massimo dal 18 al 26
gennaio 2014
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Un'opera rara di
Strauss a Palermo
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Giuseppe Pennisi
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La Stagione 2014 del Teatro Massimo si
inaugura il 18 gennaio con una nuova produzione affidata a una delle registe
più¹ interessanti del panorama teatrale internazionale, Emma Dante che, dopo
i successi al Teatro alla Scala di Milano e all’Opéra Comique di Parigi,
debutta nel teatro lirico della sua città con Feuersnot? (18-26 gennaio),
atto unico di Richard Strauss pochissimo eseguito in Italia (soltanto 3
volte, alla Scala nel 1912 direttore Tullio Serafin, al Carlo Felice di
Genova nel 1938 direttore lo stesso Strauss, alla Rai di Torino nel 1973
questa volta con Peter Maag sul podio), per la prima volta in scena in lingua
originale (con sopratitoli in italiano secondo la nuova traduzione preparata
da Franco Serpa). Su libretto del poeta satirico Ernst von Wolzogen
(aristocratico molto attivo nella società letteraria tedesca e austriaca del
tempo), l’opera narra con stile popolare e colorito dal dialetto bavarese –
frequenti le filastrocche, le leggende rustiche e triviali – una storia
d’amore e di magia durante la festa di mezza estate, la notte dei fuochi di
San Giovanni. Personaggi e tinta di Feuersnot? ricordano gli ambienti
popolareschi delle novelle di Boccaccio, «E’ una parabola sull’amore e
sull’infanzia – afferma Emma Dante – che si svolge per il solstizio d’estate
in una Monaco senza tempo che, da capitale del sud della Germania, diventerà
il prototipo di ogni città del sud». Un ruolo di rilievo è¨ affidato al coro
di voci bianche; accanto a cast numeroso, il coro degli adulti e una trentina
di attori e mimi impegnati in un lungo laboratorio di preparazione con la regista.
Sul podio ritorna un altro illustre musicista palermitano, Gabriele Ferro,
che a Strauss ha dedicato molte importanti tappe della sua carriera.
Protagonista femminile nel ruolo di Diemut il soprano Nicola Beller Carbone,
anche lei specialista straussiana, interprete affascinante e molto apprezzata
dal pubblico di Palermo; il baritono Dietrich Henschel sarà invece Kunrad.
“Dopo l'insuccesso di Guntram – ricorda il compositore nel 1942 - avevo un
po' perduto il coraggio di scrivere per il teatro. Poi mi capitò fra le mani
la leggenda fiamminga Das erloschene Feuer von Audenarde [Il fuoco spento di
Audenarde] e mi venne l'idea di comporre un breve intermezzo contro il
teatro, per motivi personali e per prendermi una piccola vendetta contro la
cara città natale, dove, come trent'anni prima il grande Riccardo [.ossia
Wagner..] avevo fatto esperienze così poco piacevoli. Sei anni infatti
passano dal primo lavoro teatrale Guntram a Feuersnot (il debutto a Dresda il
21 novembre 1902) i cui aspetti narrativi "sfrontati" e
"spudorati", la cornice festosa, il brio, la situazione osée, ma
anche gli insistenti ammiccamenti culturali e "l'allegra canzonatura del
dettato wagneriano", fornirono a Strauss un felice insieme di stimoli
che lo aiutarono a liberarsi della solennità dell'opera eroica. Il linguaggio
sempre appassionato, a tratti corposo e violento, diviene – come nota Cesare
Orselli – “ coloritissimo, leggero, scherzoso, disponibile a inglobare i più
diversi materiali musicali, che vanno dalle antiche canzoni popolari ai
ritornelli infantili, ai ritmi di Landler, di valzer, di Jodler di sapore
operettistico. E può creare autentici gesti sonori che disegnano il fuoco, il
volo, il gufo, il guizzo del lampo; può inserire le onomatopee del crac delle
legna rotte, il chicchirichì del gallo, il miagolio del gatto, il dindon
delle campane, le risate. Sono i segnali attraverso cui si profila per la
prima volta quella vena gustosamente realistica con cui Strauss, facendo
tesoro dell'esperienza dei poemi sinfonici, saprà tradurre in leggibili
emblemi musicali i più vari oggetti ed eventi quotidiani; è¨ una dimensione
antieroica che in Feuernot esplode. Per quanto riguarda il titolo dell'opera
– come specifica Franco Serpa nelle sue note alla nuova versione in italiano
del libretto di Feuersnot – il composto nominale tedesco è intraducibile, e
infatti le traduzioni ritmiche italiana, francese e inglese per il titolo
hanno usato il termine del solstizio, la festa di San Giovanni (Beltane in
inglese, la festa del fuoco, che però non è a giugno ma a maggio). Die Not ha
due significati ˜pericolo” e ˜bisogno”, Ma nel caso del composto Feuersnot è¨
dubbio che si possa comprendere insieme ˜pericolo e mancanza di fuoco”, come
deve aver inteso fare il librettista (per il fuoco della passione e per la
punizione dei fuochi spenti).
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lunedì 13 gennaio 2014
Un'opera rara di Strauss a Palermo in Quotidiano Arte 13 gennaio
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