Al Massimo ardono i fuochi di Strauss
di Giuseppe PennisiIl protagonista (un giovane mago), preso in giro dalla ragazza di cui si è innamorato, li fa spegnere e tutta la città chiede alla giovane di porre fini ai bisticci in modo che la festa continui. Benché nato a Monaco, Strauss si considerava un «settentrionale», per questo testo e musica sono pieni di ironia nei confronti dei «meridionali». A Palermo, mentre il cast vocale è quasi interamente tedesco, la regia è affidata a Emma Dante e la direzione musicale a Gabriele Ferro. L'ambientazione è in una città del Sud negli anni 40 o 50. Gabriele Ferro si cimenta bene con una partitura piena di citazioni e stile decorativo, con scherzi, divagazioni, cori, quartetti e terzetti. Tiene efficacemente l'equilibrio con un palcoscenico affollatissimo e in continuo movimento (circa 200 persone in scena). Tra le voci eccelle Nicole Beller Carbone. Dietrich Henschel, il giovane innamorato, ha un ruolo impervio che richiederebbe una maggiore estensione verso il registro acuto. La regia di Emma Dante non è provocatoria, ma disorientante e un po' vecchiotta. Pare ispirarsi alla Pina Bausch degli anni 80. (riproduzione riservata)
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