Il Lago dei Cigni conquista Roma
di Giuseppe Pennisi
Il Lago dei Cigni è uno dei balletti preferiti per il
periodo festivo. A Roma ne sono in scena tre edizioni: un nuovo allestimento
del Teatro dell'Opera (sino al 16 gennaio), una produzione in tournée di una
compagnia russa e una curata da Il Balletto di Roma. Il Teatro dell'Opera presenta
un nuova lettura (con la coreografia e le scene di Maurice Bart) che
sostituisce quella con le scene e i costumi di Aldo Buti, replicata quasi ogni
anno dal 2003 al 2011.
La partitura di Petr Ilic Ciajkovskij è ambigua, sensuale e morbosa. Alcuni
elementi del dramma personale e familiare del compositore si colgono
nell'interazione tra il protagonista, il principe Siegfried, e il suo miglior
amico Benno, nonché nella figura della Regina protettiva che fa di tutto per
spingere il figlio al matrimonio ma resta desolatamente sola. Siamo sotto un
cielo grigio: con un abile gioco di luci e di scene dipinte il Palazzo si
trasforma nella riva del lago. L'impianto scenico è caratterizzato da un
marrone limaccioso che indica i contrasti interiori del compositore. Bravi i
quattro protagonisti: Anna Tsyganova, Mikhail Kaniskin, Gaia Straccamore e
Manuel Parruccini. Efficaci i numerosissimi ruoli minori e il corpo di ballo.
Lo spettacolo piace al pubblico. La bacchetta di Andriy Yurkevich scivola in
qualche tono bandistico all'inizio della seconda parte ma fa emergere
efficacemente la triade «Si bemolle-Re-Fa», associata alle forze del male, e la
triade «Si-Fa diesis-Do diesis», associata al tema della morte e resurrezione.
È in corso un'agitazione, a ragione della crisi di liquidità del teatro; alcune
sere si danza non con orchestra dal vivo ma con nastro registrato.
(riproduzione riservata)
vivo ma su nastro registrato.
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