PALERMO FESTEGGIA I 150 ANNI DI STRAUSS
Beckmesser
Dopo il
bicentenario della nascita di Verdi e di Wagner ed il centenario di quella di
Britten (2013), nel 2014 si celebra in tutto il mondo il centocinquantesimo
genetliaco di Richard Strauss , un compositore (oltre che direttore d’orchestra
ed uomo di teatro) che più ha contribuito alla cultura musicale del Novecento.
Le sue opere , i suoi poemi sinfonici, la sua immensa produzione cameristica
vengono eseguite in tutti i continenti (significativo l’interesse di Cina e
Giappone per i suoi lavori). Nel corso di quest’anno sono programmate grandi
manifestazioni sull’eredità che ci ha lasciato.
In Italia, però,
soltanto il Massimo di Palermo presenta una proposta originale: la messa in
scena di Feuersnot (impropriamente
conosciuta in Italia con il titolo Fuochi
di San Giovanni mentre la traduzione letterale sarebbe La Mancanza di Fuoco). Ad essere precisi, si potrà vedere una
meravigliosa Elektra in maggio alla
Scala (ma lo spettacolo è stato ampiamente recensito quando ha debuttato questa
estate a Aix-en-Provence) ed in novembre una buona Salome al San Carlo (spettacolo che ha debuttato a Bolzano nel 2012
ed è stato anche in teatri emiliani). Feuersnot
è ‘un poema per canto in un atto’, in effetti una commedia lirica che
alcuni aspetti che ricordano i wagneriani Die
Meistersinger. In Italia è stato visto molto poco; l’ultima edizione
scenica risale a prima della seconda guerra mondiale. In effetti, dopo Salome ed
Elektra , le due precedenti opere di
Strauss vennero quasi spiazzate via dai cartelloni.
E’ un peccato perché in Feuersnot (di cui esiste una
versione discografica della radio bavarese) ci sono non solo i presentimenti ed
i presagi del futuro ma un’interessante
fusione di stili con influssi di Wagner (a cui l’autore era molto legato) ed
anche innesti da compositori a lui contemporanei , come Mahler, nonché un
pizzico di Bruckner. Il soggetto destò un certo scalpore alla prima assoluta a
Dresda nel 1901 in quanto ritenuto scabroso. Oggi sembrerebbe per educande
tanto più che siamo alle prese non ‘con un poema per canto’ ma con una commedia
profondamente intellettuale: Ernst von Wolzogen, scrittore di vasta cultura,
non perse occasione di riempire di citazioni il libretto, così come fece
Strauss con la musica. Il risultato è un vero mosaico, che rende quasi
impossibile, per un orecchio non attento o poco addestrato, seguire tutte questi
aspetti durante l'opera. L'azione scorre però piacevolmente, si segue volentieri.
Ciò spiega il successo recente negli Stati Uniti dove ha trionfato all’esclusivo
festival estivo a Santa Fe ed ha avuto buon successo in teatri di Manhattan e
della California.
E’ un lavoro pieno
di brio in cui Strauss sperimenta il lungo atto unico che sarà la sua forma
tipica, ricorrente e teatralmente più felice: Salome, Elektra, Daphne, fino a Capriccio
- anche se per altre opere tornerà ai tre atti, quando le esigenze di
compattezza drammatica non saranno prioritarie: Rosenkavalier, Frau ohne Schatten... Impropriamente chiamato Singspiel, Feuersnot è una forma di teatro musicale molto particolare, forse
unica.
Se il Teatro
Massimo di Palermo (che non è in floride condizioni finanziarie) prende il toro
per le corna e propone Feuersnot ,
affidandone la regia ad Emma Dante (ma con un cast quasi interamente tedesco),
perché Trieste o Venezia non propongono
per inaugurare le loro stagioni (prima della fine del 2014) Friedenstag (‘Giorno di Pace’) , andato
in scena a Monaco nel luglio 1938 (quando la pace in Europa pareva ancora
possibile)? Sarebbe un modo per ricordare sia Strauss sia l’inutile strage, la
prima guerra mondiale?
Che io ricordi Friedenstag in Italia, è stata vista a
Venezia nel 1940 ed unicamente al Massimo Bellini di Catania nel 1991.
Unicamente in Sicilia si punta su opere poco note ma innovative di Richard
Strauss?
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