Strauss a
Palermo diventa una festa dei bambini
GIUSEPPE PENNISI
Circa duecento cantanti, attori, coristi, comparse in scena. Con tanti, tanti bambini. In poche opere del Novecento, il coro di voci bianche (ben preparato a cantare in tedesco dal Maestro Salvatore Punturo) è uno dei protagonisti. In una città meridionale dove, la notte di San Giovanni, si festeggia il solstizio d’estate cantando attorno a falò, sono i bambini a dare inizio alla festa. E sono anche loro, con notabili e villici della città, dopo un’ora e mezzo di spettacolo, a fare sì che i due giovani innamorati, ma capricciosi, vadano a nozze. Questa è Feursnot di Richard Strauss con cui il Massimo palermitano ha aperto, la stagione (e che sarà trasmesso prossimamente in 38 sale cinematografiche). È la prima volta che viene rappresentata in Italia in lingua originale. Non veniva messa in scena dal 1938. È una favola semplice ma piena di ironia nei confronti del «tedeschi del Sud» (pur nato e cresciuto a Monaco, Strauss ebbe difficoltà con i suoi concittadini): borghesi gretti, fanciulle che si vendicano per essere state baciate in pubblico durante la festa rendendolo scherno della città; il giovanotto (con poteri magici) spegne luci e falò, riaccesi, però, quando all’incalzare delle proteste dei bambini e di tutta la città i due si riappacificano e si sposano. La partitura di Feursnot, intrisa dell’esperienza di poemi sinfonici come Till Eulispingel , da un lato, guarda a Wagner, da un altro è sotto l’influenza di compositori contemporanei come Mahler e Bruckner. Da un altro ancora, i valzer e le filastrocche, la voce baritonale del protagonista maschile e quella di soprano 'assoluto' per la protagonista femminile sono presagi di Der Rosenkavalier. C’è, poi, il ricordo del viaggio in Sicilia del 1893, la nostalgia di una giovinezza scanzonata. È la prima regia lirica di Emma Dante priva di provocazioni e di afflato politico. Tuttavia, la Dante riempie il palcoscenico di troppi mimi, comparse, ballerini ed attori in continuo movimento, perdendo il focus sui punti chiave del lavoro. Gabriele Ferro concerta con perizia e tiene bene l’equilibrio, tra le voci eccelle Nicole Beller Carbone.
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