venerdì 17 gennaio 2014

Parsifal visionario sotto la lente di Castellucci in Milano Finanza 18 gennaio



Parsifal visionario sotto la lente di Castellucci
di Giuseppe Pennisi     



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L'allestimento di Parsifal in scena a Bologna fino al 25 gennaio proviene da Bruxelles, dove ha debuttato con notevole successo. Wagner chiamò la sua ultima opera sacra rappresentazione in musica in quanto tratta di temi filosofici e religiosi. La produzione si basa su una scommessa: coniugare quella che nel 1882 fu l'innovazione musicale estrema con un'azione teatrale affidata a Romeo Castellucci, considerato da 20 anni alle frontiere dell'avanguardia e inoltre noto come non credente.
http://www.milanofinanza.it/artimg/2014/013/1860243/1-img353624.jpgNelle recite bolognesi, Roberto Abbato debutta con la partitura. Castellucci propone un Parsifal visionario e atemporale: il primo atto in una foresta primordiale, il secondo in un giardino dei piaceri (e dei supplizi) all'inizio del Novecento, il terzo in una grande città contemporanea. L'allestimento è rispettosissimo del messaggio di fondo: la necessità di acquisire piena consapevolezza del peccato, per potere avere la pietas per perdonare e redimersi. Nel finale, l'intera umanità è in cammino verso la redenzione. Sotto il profilo musicale, questo Parsifal è molto italiano, grazie non solo alla precisione di Abbado nei tempi e nelle sonorità che ottiene dall'orchestra, ma di avere scelto come protagonista un tenore lirico, Andrew Richards (invece di uno eroico), e come deutoragostica un contralto, Anna Larsson (invece di un soprano drammatico). Richards ha un timbro chiaro e un volume generoso e accenti belcantistici. Tra gli altri spiccano Gábor Bretz, Detlef Roth, Lucio Gallo e soprattutto i cori situati, in certi momenti, oltre che nel palcoscenico in alcuni palchi e in galleria per avvolgere il pubblico con effetti stereofonici. (riproduzione riservata)

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