OPERA/
Manfred Honeck nella calza della Befana
Pubblicazione: martedì 7 gennaio 2014
Il Maestro Honeck
NEWS Musica
L’Epifania è una festività particolarmente sentita a
Roma. Secondo una tradizione molto locale, la Befana è una vecchietta che vola
a cavallo di una scopa e porta calze piene di dolci a chi si è comportato bene
durante l’anno e cenere e carbone a chi è stato birichino. Tradizioni analoghe
esistevano nei Paesi anglosassoni – come prova la bellissima commedia di
Shakespeare La Dodicesima Notte. Ai nostri tempi, però, Roma sembra
essere il presidio della Befana con una grande festa popolare a Piazza Navona e
veglia in molte famiglie la notte tra il 5 ed il 6 gennaio. Si comincia con
partite di ‘burraco’ (gioco di carte innocente, anche se alcune versioni online
lo hanno trasformato in un gambling alla matriciana) verso le 18 e si
procede con un cenone con cibi tradizionali (polenta, stinco, dolci di ogni
tipo) in attesa della ‘vecchietta’.
Anche la musica ha un suo ruolo. Tradizionalmente,
l’orchestra sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dopo il
‘concerto per la Pace’ alcuni giorni prima del Natale, riapre la vigilia
dell’Epifania con una grande bacchetta. Non esiste, però, musica specifica alla
Befana per grande orchestra (pur se si potrebbero riprendere oratori barocchi,
poco adatti però ad una sinfonica di cento elementi e a un auditorium di circa
3000 posti). Quindi, si ricorre spesso alla musica viennese (lo scorso anno, se
ben ricordo, si fece un’eccezione con la Nona di Beethoven ed il suo ben
augurale ‘Inno alla Gioia). Questo avrebbe dovuto dirigere Georges Prêtre
che, per problemi di salute, non potrà dirigere i concerti programmati a
gennaio.
Pertanto sul podio dell’Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia domenica 5 gennaio (con repliche tenute anche lunedì
6 e poi martedì 7 ore 19.30) è salito il direttore austriaco Manfred Honeck,
già applaudito dal pubblico ceciliano in una memorabile esecuzione dell’Ottava
Sinfonia di Dvorák. E sempre con Dvorák il Maestro Honeck ha appena
riscosso un calorosissimo successo alla testa dei Berliner
Philharmoniker.
A mio avviso, per un programma di valzer e musica da
operetta, Hocke, ora alla guida della filarmonica di Pittsburg , ma a
lungo a Vienna e direttore musicale dell’Opera di Stoccarda (che ha fatto
diventare uno dei maggiori teatri tedeschi), è più adatto di Georges Prêtre. In
una sala gremita (numerosi i giovani), ha entusiasmato il pubblico anche quando
dirige saltellando a tempo di musica, e dando prova di una straordinaria
energia. Ha proposto un programma in gran parte dedicato alle musiche di
Johann Strauss junior, suo compositore d’elezione. Accanto alle pagine del “Re
del valzer” il concerto ha impaginato impaginerà anche celebri brani di
Brahms, Cajkovskij, Lehar, Josef Strauss, Luigi Arditi.
Alcune arie sono state cantate da Sumi Jo (classe
1962, ma il programma di sala non lo dice in quanto è poco cortese indicare
l’età delle signore). Ha studiato a Roma, dove mantiene ancora una casa (a
Frascati). E’ bellissima come lo era quando all’inizio degli Anni Novanta
incantò il pubblico romano nell’impervio ruolo di Zerbinetta in Ariadne aud
Naxos di Richard Strauss. Prima di lavorare per diversi anni al
Metropolitan. Lanciata da Karajan, a 26 anni come soprano di coloratura a
Salisburgo, avrebbe forse oggi difficoltà ad affrontare le parti pirotecniche
che la hanno lanciata. Tuttavia, l’intonazione, i colori ed il brio sono
rimasti immutati. Il volume era e resta esile.
Occorre tener presente che cantava ruoli composti per
teatri di 700 (non 3000) post e per orchestra di 30 non circa cento elementi.
Grande successo e tanti bis.
Nessun commento:
Posta un commento