Le sale-gioco sotto casa sono benzina per
la crisi Un legame tra speculazione e slot, ecco le
ricerche
DI GIUSEPPE PENNISI I l dibattito sul 'concordato per adesione' relativo ai 'giochi'
d’azzardo – la nota vicenda delle slot machine non collegate alla rete
dell’Agenzia delle Entrate – ha finora riguardato principalmente gli aspetti
etici. Non meno importanti sono però quelli relativi ai comportamenti economici
e finanziari dei singoli soggetti (individui, imprese, banche), soprattutto dei
money manager, cioè di coloro che hanno la responsabilità di gestire importanti
risorse finanziarie. Di questo aspetto si occupa da un paio di lustri la
'finanza comportamentale', disciplina che analizza i comportamenti dei soggetti
economici alla luce anche di considerazioni che possono sembrare non
economiche.
La questione è come il gioco d’azzardo agisce
sui comportamenti finanziari quando non è più riserva di poche strutture quali
i Casinò (fortemente controllati e regolamentati), ma si diffonde, all’angolo
di ogni strada. Ora, può sembrare banale dire che la diffusione di sale slot
riduce l’avversione al rischio e, quindi, induce tutti a comportamenti
rischiosi. Le analisi disponibili, tuttavia, indicano che chi si assuefà al
gioco d’azzardo, specialmente a quello sotto casa, e ha già una propensione al
rischio moderata, si intrappola in esercizi sempre più rischiosi, soprattutto
nel campo della finanza. Il dicastero della salute della Provincia del Quebec,
ad esempio, conduce analisi periodiche dalla metà degli Anni Ottanta e le
pubblica on line: il risultato, chiarissimo, è non solo la correlazione tra
azzardo e altri comportamenti considerati 'devianti' come alco- lismo e droga,
ma anche la sempre più forte propensione, soprattutto dei 'giocatori' più
giovani alla spericolatezza finanziaria. Le analisi condotte su un lungo arco
di tempo suggeriscono che i money manager al
centro della crisi finanziaria iniziata nel 2007 erano molto spesso liceali
iniziati al gioco d’azzardo negli anni Ottanta.
Non è necessario citare testi di forte
caratura accademica, come Investment under Uncertainty , Investimenti in Condizione d’Incertezza, di Avinash Dixit e Robert
Pyndick (Princeton University Press 1994: ), un classico su questi argomenti.
Basta prendere un breve saggio dal titolo «La legalizzazione dei giochi è
destabilizzante per le istituzioni finanziarie e l’industria bancaria
americana» ( Legalized Gambling’s Destabilization of Us Financial
Institutions and the Banking Industry), pubblicato da
John Warren Kindt e John K. Palchak, dell’Università dell’Illinois, nel 2002,
per leggere in poche pagine le implicazioni della diffusione massiccia dei
'giochi'. Il lavoro oggi può essere visto come premonitore di quanto è poi
effettivamente accaduto: liberalizzare il sistema finanziario e
contemporaneamente permettere la diffusione dei giochi d’azzardo – vi si
sosteneva – è foriero di comportamenti distorsivi, di bacilli di crisi
finanziarie e bancarie, grandi e piccole. «Sino a quando i 'giochi' erano confinati
nel deserto del Nevada e nel lungomare di Atlantic sotto attenta vigilanza
pubblica, comportamenti distorsivi sotto il profilo finanziario non si
diffondevano tra la popolazione in senso lato e non colpivano chi muove grandi
somme di denaro».
Interessante, in questo senso, può essere
anche il film We all fall down: the american mortgage crisis (Cadremo tutti: la crisi dei mutui americani) di Kevin Stocklin e
Gas Gasgarth, Primo Premio al Festival di Boston del Film Educativo del 2009. È
un’opera spesso utilizzata nei corsi di finanza. Non riguarda direttamente i
'giochi' e le disfunzioni finanziarie a essi connesse, ma mostra come molte
delle vittime e dei colpevoli nella vicenda della crisi erano persone con forte
abitudine a giocare d’azzardo che avevano diminuito, ove non perso, il senso
del rischio.
Recentemente alcuni accademici cinesi (
Jiangze Bian, Kalok Chan e Hao Zhou, delle università di economia e finanza di
Hong Kong e Tsingua) hanno diffuso un lavoro scritto insieme a un operatore
della Borsa di Shangai, nel quale si dimostra come chi ha incassato vincite
piccole con giochi anch’essi piccoli si rivela marcatamente più aggressivo
della media nel vendere e comprare titoli quotati.
Proporre al sistema dell’azzardo un
'concordato per adesione', oppure condoni, sanatorie, o altre forme di
incentivi indiretti, è qualcosa su cui anche gli esperti di economia e finanza
nutrono forti dubbi e perplessità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Molti studi internazionali dimostrano come la
diffusione massiccia di sale da gioco induca le persone ad avere comportamenti
finanziari rischiosi e aggressivi Danneggiando l’economia
Nessun commento:
Posta un commento