OPERA/ La
Sagra Musicale Umbra e quel "filo rosso" che unisce Krysztof
Penderecki e Roman Vlad
Pubblicazione: lunedì 23 settembre
2013
INT.
Il concerto di Penderecki nel Chiostro di Assisi
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NEWS Musica
Per una di quelle rare coincidenze del destino, proprio sabato 21
settembre, mentre un grande compositore contemporaneo, Krysztof Penderecki, si
apprestava, nel Chiostro della Basilica Inferiore di Assisi (un’area raramente
aperta al pubblico), a celebrare i propri ottanta anni con un concerto
nell’ambito della Sagra Musicale Umbra, un altro grande musicista, compositore
e musicologo, venuto dall’est, Roman Vlad, terminava a 93 anni la propria
avventura romana. Pochi giorni prima, Vlad aveva donato alla Fondazione Cini il
suo immenso archivio –fonte essenziale per studiare l’evoluzione della musica
nella seconda metà del Novecento.
Ci sono, naturalmente, differenze ma anche nessi tra queste due gigantesche
figure del mondo della musica che in Occidente e in Italia (Vlad diventandone
cittadino nel 1952) tanto hanno dato. Il più “anziano” si trasferì a Roma nel
1938 per studiare (con Casella) all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il
più anziano, nella Polonia “a socialismo reale”, riuscì a fare il suo primo
viaggio all’estero, grazie a una borsa di studio, proprio nel nostro Paese.
Vlad ha scelto l’Italia come sua Patria (dopo la seconda guerra mondiale, la
città dove era nato era stata ceduta all’Ucraina). Penderecki, diventato ancor
giovane uno dei protagonisti della musica contemporanea mondiale (ricordo agli
inizi degli Anni Settanta il successo nella sua Passione Secondo San Luca alla
National Symphony di Washington), doveva essere “tollerato” dal regime
comunista in Polonia, nonostante fosse amico intimo di Lech Walesa e di Karol
Wojtyla, e lasciato essenzialmente libero di concertare in tutto il mondo e di
comporre anche un’opera per il bicentenario della Costituzione degli Stati
Uniti d’America. Penderecki parla perfettamente italiano, è stato spesso in
Italia sia in visita del suo grande amico Wojtyla sia come direttore
d’orchestra (è stato spesso sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Roma) per gli
allestimenti di sue opere – ricordo una dozzina di anni fa “I Diavoli di
Loudon” al Regio di Torino).
C’è un nesso più profondo. Vlad e Penderecki hanno attraversato la storia
musicale della seconda metà del Novecento, un periodo ancora tutto da
approfondire che ha visto il breve spazio della seconda scuola di Vienna e
della dodecafonia (Vlad ha scritto un saggio fondamentale in materia), il
sorgere di esperienze come Darmstadt e l’Ircam, il minimalismo, le influenze
dall’Estremo Oriente, un rilancio della “musica dello spirito” (a cui la Sagra
Umbra è dedicata), la nascita della live electronics e
dell’elettro-acustica (e il loro ridimensionamento) e l’approdo di numerosi
compositori verso un linguaggio post-romantico pluralista (che attira il
pubblico nelle sale da concerto e nei teatri d’opera).
Ed è proprio da questo linguaggio che il vostro “chroniqueur” vuole
prendere lo spunto per parlare del concerto di Penderecki. Il compositore ha
scelto sue composizioni soltanto nella prima parte, spulciando tra quelle
apparentemente di più facile ascolto (Serenata per orchestra d’archi,
Adagietto dall’opera “Paradise Lost”, Sinfonietta n.2 per flauto e
orchestra), ha dedicato la seconda parte alla Seranata in mi
maggiore di Antonin Dvorák (un autore da lui profondamente studiato)
per concludere con un “fuori programma”: la Ciaccona per Papa Giovanni. Penderecki
ha diretto con grande sapienza l’Orchestra da Camera da Perugia, sottolineando
la severità della Passacaglia nella Serenata per
Archi , il tono elegiaco turbato da inquietudine nell’Adagietto,
i contrasti nei quattro movimenti (eseguiti senza soluzione di continuità)
della Sinfonietta, gli echi di musica folcloristica slava
nella Serenata di Dvorák. Davvero commovente e toccante
l’inattesa Ciaccona per Papa Giovanni. Grande successo mentre
sulle colline e sulle piane dell’Umbria di San Francesco (il concerto è durato
dalle 16,30 alle 18) rosseggiava un magnifico tramonto.
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