Tra una settimana circa, Roma avrà un nuovo Sindaco. Chi sarà eletto si troverà in una situazione analoga a quella in cui verserà, più o meno contemporaneamente, il Presidente del Consiglio: un lungo elenco di problemi e la necessità di definire le priorità con cui dare avvio all’azione di governo della città nel corso del suo mandato. La capitale soffre di gran parte dei problemi che travagliano l’Italia, oltre che di quelli specifici di una metropoli in cui è in atto una trasformazione più profonda di quanto indicato dagli indicatori statistici.
In primo luogo, i conti economici territoriali tanto dell’Istat quanto del Ministero dell’Economia e delle Finanze suggeriscono che l’area metropolitana ha da alcuni anni un tasso di crescita leggermente superiore a quello (peraltro rasoterra) della media del Paese. In secondo luogo, nell’ultima classifica della qualità della vita è ottava (su 103 aree in cui viene divisa l’Italia), grazie principalmente ad un reddito pro-capite molto superiore alla media nazionale (il quinto più alto); nell’indice aggregato ciò compensa altri aspetti -97sima (ossia da fanalino di coda) in termini di sicurezza – 54sima in termini di produzione e lavoro, 16sima in termini di servizi sanitari. In terzo luogo, ci sono segnali di potenzialità inespresse: ad esempio, una delle maggiori multinazionali della comunicazione e del marketing (la Ketchum- eliminate il nome se non vogliamo dare idea di fare pubblicità- Giuseppe) ha appena aperto una sede a Roma proprio in base ad un’analisi di tali potenzialità.
Quali i nodi prioritari (oltre al risanamento delle malmesse finanze del Comune)? Emergono in buona misura dagli indicatori. Innanzitutto, occorre restituire a chi vive Roma la sicurezza che per decenni la ha distinta da molte grandi città europee. Il “patto” firmato nel maggio 2007 con il Ministro dell’Interno ha leggermente aumentato le risorse a disposizione ma c’è tanta strada da fare che in alcune aree i cittadini si sono organizzati per dare vita a “ronde pacifiche” (non armate) allo scopo di monitorare il territorio. Priorità ugualmente importante (anche se non ancora chiaramente espressa dalle statistiche) è l’imminente emergenza-rifiuti che – come documentato su Il Tempo l’11 febbraio scorso- potrebbe assumere dimensioni analoghe a quelle della Campania, Inoltre, le capacità dell’area sono frustrate dalla sempre più grave situazione della mobilità: non si tratta soltanto di accelerare la realizzazione delle grandi infrastrutture (dalle linee di metropolitana alla rete di treni urbani) ma anche di attuare misure semplici e poco appariscenti (automobili elettriche, biciclette a pedalata assistita, car sharing e bike sharing, maggiore diffusione delle colonnine per la ricarica) ma che, come evidenziato nel marzo 2007 al convegno su “mobilità sostenibile” nella capitale, potrebbero dare un utile contributo. Su queste priorità, occorre tenere la barra ridda. Perché la nave vada.
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