mercoledì 23 aprile 2008

NEKROSIUS , REGIA DI UN GENIO, E-Polis 23 aprile

Per l’apertura del Festival di Sant’Efisio e della stagione lirica del Teatro Lirico di Cagliari, il mondo degli appassionati d’opera vola nell’isola da tutta Europa (e non solo) per un evento straordinario: il nuovo allestimento (co-prodotto con il Bolshoi di Mosca) de “La leggenda della città invisibile di Kitež e della fanciulla Fevronija”, di Nikolaj Rimskij-Korsakov, con regia del lituano Eimuntas Nekrosius. . L’occasione è doppiamente importante. In Italia ci sono state solo due rappresentazioni sceniche del lavoro- una alla Scala nel 1933 ed una al Maggio Musicale Fiorentino nel 1990. Inoltre, mentre i teatri d’opera della Penisola sono in bolletta ed alcuni rischiano d’essere commissariati, a Cagliari si è verificato un piccolo miracolo finanziario: il Lirico è stato portato da una fase di disavanzi sempre più acuti a quattro anni consecutivi di pareggio ed ad un recupero della situazione patrimoniale. Una svolta ottenuta senza tagli né al personale né alla programmazione (circa 300 spettacoli l’anno tra lirica, balletto e concerti) ma con un aumento degli abbonamenti (circa 12.000) e delle co-produzioni con grandi istituzioni.

Rimskij-Korsakov è conosciuto in Italia principalmente per le sue opere a carattere storico (quali “La sposa dello Zar” e “Ivan il Terribile”) o fantastico (quali “La fanciulla di neve” e “Sadko”) , per il suo gusto pittorico, per la ricchezza della sua orchestrazione. “La leggenda della città invisibile di Kitež e della fanciulla Fevronija” (di cui esiste una rara registrazione integrale effettuata per un’esecuzione alla radio russa nel 1956) non si distingue dal resto della sua produzione solo per la durata, il sinfonismo da grande organico wagneriano e la complessità vocale (richiede 18 solisti) ma anche perché è un’opera religiosa. Un musicologo sovietico, Petrovski, la ha chiamata “liturgica”. Negli anni del leninismo e dello stalinismo, la Commissione per l’Ateismo discusse a lungo se il lavoro potesse venir rappresentato. Venne in parte modificato (eliminando i cori di ringraziamento a Dio) per poter andare in scena al Bolshoi nel 1926; da allora alla morte di Stalin in Russia la stessa versione modificata è stata ripresa soltanto otto volte.

L’opera ruota attorno ai tentativi dei tartari di conquistare uno dei principati in cui allora si divideva quella che sarebbe diventata la Russia. Un tentativo evitato proprio grazie al miracolo che rende invisibile la capitale. L’opera è stata composta nel 1903-1905. In quegli anni, Rimskij-Korsakov aveva assunto posizioni sempre più critiche nei confronti del regime zarista, come avrebbe documentato il suo ultimo lavoro “Il gallo d’oro”, mordente satira laica dell’autoritarismo. Vennero accampate scuse e pretesti sulle difficoltà di messa in scena. “La leggenda della città invisibile di Kitež e della vergine Fevronij”per ritardare la prima esecuzione di un lavoro considerato tra i capolavori della musica slava.

BOX

Eimuntas Nekrošius è considerato uno tra i più famosi registi teatrali contemporanei a livello internazionale. Prima di diventare regista studiò come attore presso l'Istituto dell'Arte Teatrale Lunačarskij di Mosca, dove si diplomò nel 1978. Tornato in patria, lavorò e successivamente diresse il Teatro Giovanile di Stato di Vilnius, dove mise in scena alcuni suoi lavori. Pluripremiato in Lituania, ha avuto riconoscimenti internazionali come il Premio UBU -a lui aggiudicato per ben quattro volte-, il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali, il Premio K.S. Stanislavskij. Beckmesser ne ha di recente gustato regie operistiche a Firenze (“Macbeth”), Venezia (“Boris Godunov”) e a Ravenna (“La Valchiria”). Sono caratterizzate da un tratto visionario e pittorico, particolarmente adatto la cui azione si dipana dalla foresta, alla piazza del mercato ed alla cattedrale della capitale di un principato medioevale e richiede effetti speciali per rendere “invisibile” all’assediante la città ed i suoi abitanti.

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