giovedì 17 aprile 2008

INCIUCI, CONSOCI E COMPARI: LE GRANDI COALIZIONI Il Velino 14 aprile

Oggi 14 aprile, molti apriranno radio e/o televisione verso le 16 sperando che exit polls, previsioni , proiezioni e, alla fine di una nottata che si presenta molto lunga, pregusteranno il gusto dell’inciucio, del consociativismo, del comparato e simili, Mascherato sotto il titolo nobile di “Grande Coalizione”. Dato che i risultati verranno distillati poco a poco (e come indicano non si avranno esisti robusti delle elezioni non si avranno prima dell’alba), leggano, tra un annuncio e l’altro, il saggio di Maurizio Stefanini “Grandi Coalizioni- Quando funzionano, quando no” in uscita presso Boroli Editori. Una lettura facile e spigliata in quanto Stefanini, oltre che studioso e saggista di politica, è un brillante giornalista, di 190 pagine, al modico prezzo di 14 euro. E’ un baedeker per sapere-tutto-quello-che-si-vuole-conoscere sulle grandi coalizioni (nelle loro forme e guise più disparate) che sono state formate o si è cercato di formare in tutti gli angoli e gli anfratti dei cinque continenti negli ultimi 150 anni (ma non mancano cenni all’antichità).
Stefanini non costruisce una tassonomia delle “grandi coalizioni” , un po’ come fa Sartori nei sui libri sulla democrazia. E’ un rapsode prima di essere un uomo di scienza. Le racconta in base ad una vasta documentazione indicata nella bibiliografia analitica al termine del volume. Sartori – è noto – si diverte a scrivere ma non gli interessa poi tanto che si divertano i lettori (spesso colleghi dell’accademia o studenti costretti a leggerli per forza se vogliono superare esami, notoriamente, durissimi). Stefanini si diverte a scrivere ma vuole divertire i lettori. Per questo motivo, la lettura del libro può essere un aiuto concreto a chi, per mestiere o per masochistico diletto, deve ascoltare i concioni dei vari Piepoli, Pagnoncelli, Mannheimer e via discorrendo.
Pur senza una tassonomia sotto il profilo della scienza della politica “alta”, Stefanini distingue tra “costituzioni consociative” (ossia che postulano l’inciucio sin dalla Carta fondamentale), governi di guerra (in cui ci si deve mettere insieme per forza contro il nemico comune), governi di liberazioni e governi costruenti, tra coabitazioni per necessità. Gli esiti sono raramente brillanti: superata l’emergenza, è bene che riprenda la contrapposizione e ci si controlli a vicenda. In Italia abbiamo l’esempio della “solidarietà nazionale” di cui stiamo ancora pagando il conto in termini di sfascio della spesa pubblica. Un barlume di speranza è la recente Krosse Koalition tedesca la cui ragione d’essere è rimuovere nodi strutturali ed istituzionali accumulatisi nei decenni.
In breve, se conosci le grandi coalizioni, le eviti. Se ci si sei costretto, auspichi il divorzio più indolore e più rapido possibile.

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