sabato 22 febbraio 2014

Madama Butterfly ancor più feroce e tragica in Milano Finanza 22 febbraio



Madama Butterfly ancor più feroce e tragica
di Giuseppe Pennisi     


In queste settimane sono in scena diverse edizioni di Madama Butterfly, una «tragedia giapponese» di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. Ci sono due buone ragioni per andare alla produzione del Carlo Felice. In primo luogo, è una rara occasione per ascoltare non l'edizione di riferimento, ossia quella approntata per Parigi nel 1906, ma la versione messa in scena a Brescia nel 1904, pochi mesi dopo l'insuccesso dell'opera alla Scala. È una versione crudele con un Pinketon razzista e una Ciò Ciò San convinta di doverlo accontentare al meglio perché è costata «ben cento yen» all'americano.
http://www.milanofinanza.it/artimg/2014/038/1866339/1-img699237.jpgMentre nell'edizione milanese, ripresa solo a Boston in tempi recenti, Pinkerton non si pente per i guai che combina, in quella bresciana (vista, negli ultimi trent'anni, solo a Venezia e Verona), al termine lo yankee esprime rimorso nell'aria Addio fiorito asil.
In secondo luogo viene ripreso il semplice ed elegante apparato scenico del compianto Beni Montresor (quando l'economia riscopre la raffinatezza!) e la regia è affidata a Daniela Dessì, anche protagonista dell'opera, un'artista che ha attraversato tutta la carriera da soprano di coloratura a soprano «spesso» drammatico e, da regista, dà un tocco femminile alla tragedia della bambina (Ciò Ciò San ha 15 anni) venduta a uno yankee vagabondo in cerca di avventure erotiche. Fabio Armilliato non è tanto trucido come dovrebbe essere «quel diavolo di un Pinkerton» nella Butterfly del 1904. Buon console quello di Stefano Antonucci. (riproduzione riservata)


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