OPERA/ 2. Grandi ritorni
all’Accademia di Santa Cecilia: Myung-Whun Chung
Pubblicazione:
venerdì 7 febbraio 2014
Myung-Whun Chung
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NEWS Musica
Quando nel
dicembre 2002 a Roma c’è stata l’inaugurazione ufficiale del Parco della
Musica, l’auditorium principale è parso allestito appositamente per i grandi
lavori sinfonici di Gustav Mahler. La sala “Santa Cecilia” ha oltre 2700 posti
ed è disegnata per organici orchestrali smisurati e complessi corali
vastissimi. Con la sua struttura a forma di liuto, poco si adatta a
rappresentazioni semi-sceniche di opere liriche . Con le sue dimensioni è
impraticabile per la cameristica (per cui esiste la Sala ‘Petrassi’ per 700
posti, nonché per buona parte della sinfonica pre-beethoveniana (Haydn, Mozart)
si ascolta meglio nella più raccolta sala “Sinopoli” (per 1200 posti).
Mahler è
stato il grande protagonista nelle stagioni 2010 e 2011 quando
ricorrevano 150 anni dalla nascita e cento anni dalla morte e l’Accademia
di Santa Cecilia ne presenterà tutte e le nove sinfonie (della decima esistono
solamente schizzi) che sono state la base di rifacimenti anche contemporanei da
parte di numerosi compositori. Già in passato l’Accademia aveva presentato
l’integrale di Mahler. Si trattò, però, di un progetto articolato su vari anni,
dall’autunno 1997 al maggio 2005. L’allora direttore principale dell’Accademia,
Myung-Whun Chung, guidò l’integrale, ma altri concerti mahleriani sono stati
diretti da Yuri Temirkanov, James Colon, Daniele Gatti, Kent Nagano, Roberto
Abbato, Leonard Slatkin, Lorin Maazel, Zubin Metha, Gary Bertini, Michael
Tilson Thomas, Paavo Järvi, e Claudio Abbado (in ordine rigorosamente
cronologico). Era allora mancato all’appello uno dei più grandi interpreti di
Mahler, Giuseppe Sinopoli: avrebbe dovuto dirigere la “Nona” nel novembre 2002
ma se ne era andato un anno e mezzo prima. Dopo una lunga assenza, Myung-Whun
Chung è tornato per dirigere (dal primo al quattro febbraio) la ‘seconda
sinfonia’ (da Mahler stesso chiamata ‘Resurrezione’) del compositore boemo, la
prima in cui il lied (nel quarto movimento) viene incluso nella forma sinfonica.
Una concezione nuovissima per l’epoca : Luigi Rognoni ha scritto efficacemente
che così come Wagner introdusse la sinfonia nell’opera, Mahler introdusse
l’opera nella sinfonia. Nella specifica forma del lied, poi, innovò la
struttura mettendo la voce a confronto dell’enorme organico orchestrale
post-wagneriano. Inoltre, nelle prime quattro sinfonie è presente quella
“musica a programma” (i “poemi sinfonici” nel lessico italiano) che Mahler
affermava di respingere in toto.
Una curiosità: nel 2010-2011 , le ricorrenze mahleriane al Parco della Musica sono state aperte da Antonio Pappano il quale, nell’arco del progetto, ha diretto cinque delle nove sinfonie (le altre quattro sono affidate a Mikko Franck, Andris Nelsons e Valery Gergiev), con solisti di lusso (Nicole Cabell e Maria Radner) e il coro guidato da un Ciro Visco in gran forma. Per l’inaugurazione, però, non scelto la prima sinfonia (“Il Titano”) ma la seconda, “Resurrezione” , enorme lavoro di fine Ottocento che in sei movimenti celebra il trionfo sulla morte. Nonostante la sua grandiosa conversione al cattolicesimo (una mossa necessaria per diventare direttore della Staatsoper di Vienna), Mahler non è mai stato credente né della religione ebraica della sua famiglia, né di quella cristiana adottata con grande pompa, preferendo sempre abbracciare il panteismo.
La sinfonia
è stata composta per commemorare Hans on Bülow, grande direttore d’orchestra e
grande amico di Mahler. Chung ha inteso dedicare il concerto alla memoria di
Claudio Abbado, che della ‘seconda’ è stato eccelso interprete. Di nuovo sul
podio, di Santa Cecilia Chung ha mostrato tutto il proprio temperamento
drammatico dando alla sinfonia quasi i tempi e l’afflato di un’opera d’inizio
Novecento non di tardo Ottocento. A differenza di Mahler, Chung è un cattolico
praticante ‘La seconda Sinfonia – ci ha detto- è un miracolo. E' bello notare
come Mahler, nonostante non fosse religioso, abbia saputo esprimere questa sua
profonda religiosità. Nel finale, quando il coro si alza per dire 'Si
risorgerai, risorgerai', fa venire la voglia a tutti coloro che l’ascoltano di
alzarsi e gridare alla Resurrezione’. Ottime le due soliste (il soprano Ailish
Tynan, ed il contralti Christianne Stotijn) ed il coro diretto da Ciro Visco.
Una chiave di lettura apprezzata dal pubblico che l’ha salutata con vere e
proprie ovazioni. Anche coro ed orchestra hanno salutato con ovazioni , Chung
amatissimo dai complessi dell’Accademia di Santa Cecilia.
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