.San Pietroburgo, “Anna Karenina” cinematografica per Shchedrin
Roma, 5 giu (Il Velino) - Giunto alla XVIII edizione, “il Festival delle Stelle Notte Bianche” di San Pietroburgo– si estende dal 21 maggio al 21 luglio e presenta una gamma vastissima di opere, balletti e concerti – tanto dal Mariinsky quanto al prospiciente “auditorium” (una volta chiamato “imperiale”). Il Festival , nato come un omaggio alla città. Nel 1991-92, i finanziamenti pubblici vennero ridotti drasticamente e Valery Gergiev , direttore musicale del Mariinsky, riuscì a mantenere unita la compagnia principalmente grazie a tournée all’estero che non solo fornirono i mezzi per superare l’emergenza ma furono la fonte di crescenti sponsorizzazioni. Iniziato per tenere insieme, negli anni più cupi della transizione dal socialismo reale al mercato la compagnia del Mariinsky, in questa edizione, nell’arco di due mesi il sipario viene alzato circa 150 volte (tra teatro e auditorium) ed il Festival conta una ventina di soci e sponsor privati, oltre a tre pubblici (Federazione Russa, Stato e Città di San Pietroburgo); negli organi di gestione, i tre soci pubblici non hanno la maggioranza.
Nato, al pari del Festival del Teatro Nazionale di Monaco di Baviera (che ha luogo in luglio), per riproporre i migliori successi dell’anno , il Festival delle Stelle delle Notti Bianche ha subito alcune profonde modificazioni. Quest’anno ha una sezione dedicata alla Francia, ed in partnership con Parigi, propone alcune delle migliori orchestre mondiali (dai Weiner Philaemoniker, all’Orchestra Bolivar, alla Baltic Youth Orchestra alla sempre più affermata Orchestra di Seoul), presenta nuovi allestimenti ed ha una personale di uno di rari “classici viventi”, il settantottente Rodion Shchedrin, noto in Italia principalmente per la sua produzione pianistica ma anche autore di opere, balletti e musica sinfonica. Shchedrin, che, visto da vicino, sembra molto più giovane e molto più giovanile della sua età, al pari altri musicisti russi della sua generazione (penso principalmente a Schnittke e Slominsky), non ha mai metabolizzato la dodecafonia (che pur aveva affascinato lo stesso Stravinkiy) e si contraddistingue per una scrittura apparentemente semplice, sempre trasparente ed in cui fonde vari generi ed ha attenzione al pubblico.
Il vostro “croniqueur” è stato presente, il 24 maggio. alla “prima mondiale” di “Anna Karenina”, che la prossima stagione sarà in repertorio a San Pietroburgo e a Varsavia (ci si augura che qualche Sovrintendente italiano se ne accorga). In 18 quadri, in due parti, in circa due ore, il voluminoso romanzo di Tolstoy viene letto non solamente riassumendo la vicenda, ma cogliendone le spirito (pur se manca l’afflato religioso sempre presente nello scrittore russo). In breve, Anna divisa tra due uomini- doppiamente esclusa, dalla società borghese moscovita del marito e da quella aristocratica san pietroburghese dell’amante -, privata del figlio, non ha altra scelta che suicidarsi, buttandosi sotto un treno. Sorprendente come con estrema economia di mezzi (proiezioni e un minimo d’elegante attrezzeria), Mikael Melbye riesca a far scorrere i 18 quadri, tra San Pietroburgo, Vienna ed anche l’Italia (rifugio dei due amanti), con un ritmo cinematografico. La scrittura musicale (ripeto) è lineare e lucida : il grande organico viene interrotto da momenti cameristici (uno indimenticabile per piano e celesta; un altro per mandolino solo;un altro ancora per contrabasso ed un trie di fiati). Le tensione resta serrata nel dipanarsi della vicenda con i suoi risvolti non solo sentimental- sensuali ma anche sociali. Dirigeva con trasporto Alexei Repnikov. Ottimi i tre protagonisti (Ekaterina Konauova, Islom, Baimuradov, Andrei Ernakov).
Cosa scegliere dal ricco menu delle prossime settimane? I nuovi allestimenti del “Castello del Duca Barbablu” che si vedrà a Londra la prossima stagione, “Attila” (probabilmente a New York per le celebrazioni verdiane) e “Spartacus” (che in queste nuove vesti andrà in tournée in tutto il mondo).
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