LE OPPORTUNITA’ CI SONO: BASTA APRIRE GLI OCCHI
Giuseppe Pennisi
Le preoccupazioni degli studenti sono reali e sincere. Ne avevamo di analoghe anche noi alla loro età, anche perché vivevamo in un’Italia (ed in Europa) più povere. Quando seguivo il Liceo Classico, solo il 22% di coloro della mia età frequentavano la scuola secondaria superiore, eravamo pochi a laurearci ed ancor meno a proseguire gli studi negli Stati Uniti (dove li ho completati nel 1967). Oggi l’offerta di laureati in Italia è ancora notevolmente inferiore alla media europea e la nostra forza lavoro è molto meno qualificata di quella dei nostri correnti. Ritengo pure che il nodo non siano le barriere normative, ma vincoli sociologici molto più profondi. Molti giovani di oggi non guardano al futuro con ottimismo e speranza. Da un lato, ciò è il risultato di determinanti oggettive: in un ‘Italia ed in’Europa che invecchiano , la crescita economica necessariamente arranca. Da un altro, però,ci sono determinanti soggettive: ci si è abituati ad un livello di vita più confortevole di quello che avevamo noi e non si guarda alle opportunità che pur si presentano. Una scuola economica – la “neuro economia”- sostiene che si cresce solo con gioia.
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