SPE - Musica/ Una Pasqua tra Beethoven, Haydn, la samba e i rave
Musica/ Una Pasqua tra Beethoven, Haydn, la samba e i rave
Roma, 3 apr (Velino) - La Pasqua musicale ha i suoi riti. Nei teatri della Germania e dell’Europa centrale pullulano le messe in scene di “Parsifal” di Richard Wagner, “sacra rappresentazione in musica” in cui si celebra l’Eucarestia nel primo e nel terzo atto. In Italia, quest’anno, i lavori più eseguiti sono due oratori: quello di Beethoven “Cristo sul Monte degli Ulivi” (a Roma cinque repliche dal 21 marzo al 10 aprile) e, approfittando del bicentenario della morte del compositore, “Le ultime sette parole del Redentore in Croce” di F. J. Haydn. Chi a fine marzo ha mancato l’edizione del lavoro di Beethoven al Parco della Musica, a cura dell’Accademia di Santa Cecilia con la direzione musicale di Pinchas Steinberg, può ascoltare quella all’auditorium di via della Conciliazione a cura dell’Orchestra Sinfonica della Fondazione Roma diretta da Francesco La Vecchia: un oratorio che per concezione drammatica ha una statura analoga a quella di “Fidelio”, unica opera in senso stretto del compositore. Non mancano comunque altri generi di concerti. A Milano si terrà il “Trilogy Festival” imperniato su musica elettronica minimale e rave. Nel Tirolo, a Innsbruck, la Pasqua verrà celebrata con un festival che coniuga il barocco di Bach con la musica dell’Estremo Oriente e la samba brasiliana.
Iper tradizionale invece il dodicesimo Festival di Pasqua romano, organizzato, come sempre, da Enrico Castiglione. Inizia il 5 aprile con il concerto d'inaugurazione per la Pace e il Dialogo dedicato interamente alla musica di Johann Sebastian Bach. In programma due importanti cantate: “Ich habe genug BWV 82” ovvero una meravigliosa e intima contemplazione della morte, considerata come liberazione dalle afflizioni del mondo e come riunione dell'anima al suo Salvatore; “Jauchzet Gott in allen Landen BWV 51”, affidata all’ensemble barocco Collegium Musicum diretto da Marco Silvi, con la partecipazione del soprano Yasko Fujii e del basso Amleto Luciano Massa. In chiusura, un oratorio contemporaneo, “Christ” di Andrew T. Miller, nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli in Campidoglio, con l’attore hollywoodiano James Caviezel e il baritono Douglas Webster.
Sulle “Ultime sette parole” di Haydn, va sottolineata l’importante esecuzione al “Festival Creator”, manifestazione che si estende dal 7 febbraio al 5 luglio, incentrata in Romagna ma con esecuzioni in varie parti d’Italia (per il programma completo www.faenzacreator). Il lavoro viene presentato a Faenza al termine di una giornata di studi, a Roma e a Ferrara nella stesura per orchestra e solisti filologica (ossia come cornice e accompagnamento a una meditazione religiosa). L’orchestra, come voluto da Haydn, è composta da giovani (è quella del Conservatorio di Ferrara guidata da Giorgio Fabbri). La “meditazione” viene condotta in ogni città da un prelato differente. Una vera e propria chicca è la drammatizzazione dell’oratorio tramite l’impiego di una scena storica dipinta da Romolo Liverani, uno dei maggiori scenografi italiani di metà Ottocento. Un modo intelligente e raffinato per coniugare musica, dramma e visivo.
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