Con una scalata silenziosa (mentre altri facevano molto chiasso), Roma si è guadagnata tutti i titoli per essere riconosciuta come la capitale italiana della musica, alla pari di Berlino, Londra, Parigi – in ordine rigorosamente alfabetico. E per essere sostenuta come tale non solo per rispetto alla normativa (sugli obblighi di rappresentanza della nostra città) ma per i contenuti dell’offerta; e per la risposta del pubblico.
In primo luogo, il Teatro dell’Opera chiude i conti in attivo da oltre cinque anni, tanto da meritarsi l’Oscar europeo per i bilanci della lirica. Il numero di spettatori paganti è quasi raddoppiato in dieci anni, sfiorando nel 2007 i 175.000. Le recite raggiungono le 200 anno – un livello analogo a quello dei maggiori teatri tedeschi. Per la stagione 2009 propone 14 titoli d’opere , ed altrettanti di balletto; i titoli d’opere sono tanti quanto quelli proposti dal Teatro alla Scala, con la differenza che Roma propone quattro prime mondiali e dieci nuovi allestimenti mentre Milano offre soltanto tre nuovi allestimenti.
In secondo luogo, per numero di spettatori (oltre un milione) e per utilizzazione (più di 1100 eventi), il Parco della Musica è diventata la prima struttura in Europa (seconda al mondo soltanto al Lincoln Center di New York). Il Parco è la sede definitiva dell’Accademia di Santa Cecilia (di cui lo scorso febbraio è stato celebrato il centenario) è, come il Teatro dell’Opera, una delle rarissime fondazioni lirico-sinfoniche i cui conti chiudono, da anni, in attivo. Al Parco operano anche altre iniziative musicali; è da augurarsi che presto riprenda le proprie attività l’Orchestra di Roma e del Lazio.
In terzo luogo, grazie ad una politica di bassi prezzi, resa possibile di un’illuminata decisione della Cassa di Risparmio di Roma, anziani e ragazzi riempiono la domenica pomeriggio ed il lunedì sera la trentina di concerti della Orchestra sinfonica di Roma all’Auditorium di Via della Conciliazione rinnovato nell’arredo e migliorato nell’acustica.
In quarto luogo, l’Accademia Filarmonica, fondata nel 1821, continua a coniugare il classico con il moderno (specialmente il Novecento storico) e Nuova Consonanza è l’unica associazione italiana di musica contemporanea e di avanguardia che ha rilievo internazionale. Il Gonfalone è una delle rare associazioni musicali italiane dedicate al Barocco e molte delle 13 Università romane hanno programmi concertistici, di cui alcuni (ad esempio, quelli dello Iuc) di standard qualitativo mondiale, RomaEuropa Festival è diventato un vero e proprio perno di innovazione musicale. Per non dimenticare, le vere chicche costituite dai concerti della Fondazione Scelzi e dai Festival di Musica Sacra (questa stagione sono in residenza i Wiener Philarmoniker) nelle principali basiliche.
Perché ricordare ciò che dovrebbe essere ovvio. In periodi di ristrettezze finanziarie, altri ambiscono a ciò che Roma si è guadagnata. E non ci garba affatto.
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