La stagione 2008-2009 del Teatro Comunale di Bologna è stata inaugurata con la prima assoluta per l'Italia di Der Vampyr, opera del 1828 di Heinrich Marschner. Tratta da un romanzo di J.W. Polidori, si svolge non in Transilvania ma in Gran Bretagna: il Vampiro emerge dall'oltretomba con il compito di uccidere tre vergini in 24 ore. Due ragazze in procinto di sposarsi finiscono sue prede ma la terza (e il proprio fidanzato) riescono a ribellarsi e a rispedirlo tra diavoli e zolfo. Nei due atti, parti in prosa si alternano a numeri musicali; tra questi ultimi, quelli a carattere più marcatamente diabolico (che preannunciano Wagner, anche quello di Lohengrin) ad arie, duetti, terzetti e concertati di stampo mozartiano (con richiami al virtuosismo del bel canto italiano). Non mancano situazioni, e musica, da opera buffa.
Der Vampyr è una proposta interessante, a pochi anni di distanza dalla prima italiana, a Cagliari, di quello che viene considerato il capolavoro di Marschner, Hans Heiling. Pierluigi Pizzi (autore di regia, scene e costumi) situa l'azione in una Gran Bretagna dove le feste pre-matrimoniali diventano piccole orge e si balla il rock-and-roll. La scena unica è un lugubre cimitero con un bel green da campo da golf. La scelta, però, non convince e fa perdere il carattere eclettico del testo e della partitura. Il carattere multifronte della scrittura orchestrale e vocale è colto a pieno, invece, da Roberto Abbado: nella «ouverture» si respira Mozart, al demoniaco si giustappongono echi rossiniani. Ciò nonostante, il lavoro ha una sua unità e integrità. Di livello il cast internazionale, specialmente i quattro protagonisti: Carmela Remigio, Donata D'Annunzio Lombardi, Detlef Rof, John Osborn, affiancati da una dozzina di altri solisti e da un coro che ha un ruolo importante. (riproduzione riservata)
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