sabato 29 novembre 2008

MEHTA E PEDRISSA RIFANNO IL RING MITICO E MODERNO Il Domenicale 29 novembre

Pochi lavori per il teatro in musica sono legati al mondo, alla cultura ed alle trazioni germaniche come “L’Anello del Nibelungo” di Richard Wagner (in gergo, il “Ring”, un prologo- atto unico di due ore e mezzo e tre opere, o “giornate”, di circa 5 ore ciascuna) . Un allestimento italo-spagnolo sta fornendo una nuova chiave di lettura al monumentale lavoro. Le prime due opere (“Oro del Reno” e “La Valchiria”) sono state presentate a Valencia ed Firenze nel maggio-giugno 2007. Le altre due lo saranno questo autunno (“Sigfrido”) e la prossimo primavera (“Il Crepuscolo degli Dei”). Si parla già di una tournée internazionale – tale è la carica innovativa della messa in scena e la potenza musicale dell’edizione. L’allestimento è curata dal gruppo d’avanguardia catalano La Fura del Baus (con la regia di Carlus Pedrissa), la parte musicale dal Maggio Musicale Fiorentino guidato da Zubin Mehta che già circa 30 anni fa presentò un leggendario “Ring” nella città del Giglio con la regia di Luca Ronconi e scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. Nel 2010 è possibile che l’intero ciclo nell’arco venga riproposto nell’arco di una settimana.
I nostri lettori conoscono l’afflato cosmico del “Ring”. Mentre gli allestimenti dell’ultimo mezzo secolo hanno privilegiato interpretazione socio-politiche (spesso di stampo marxista) o psico-intimiste (quella fiorentina del 1978-82), la Fura dels Baus offre una lettura modernissima del mito, senza intaccare una sola virgola del testo. Da 12 enormi schermi ad altissima definizione emergono immagini astratte e filmati invece realistici. Il visivo è costantemente in sintonia con l’azione scenica e con la parte musicale. In questa rappresentazione stilizzata, i cantanti devono essere non solo attori ma anche atleti: gli Dei recitano e cantano quasi sempre a mezz’aria sorretti da macchine sceniche post-moderne ispirate al teatro barocco, le figlie del Reno nuotano in vere vasche e vanno sott’acqua tra una nota e l’altra, il Dio del fuoco sfreccia in motorino sul palcoscenico, la grotta del nano Mine è un’enorme fabbrica altamente informatizzata. Un’interpretazione certamente ardita, che coniuga Disney (i disegni animati) con Spielberg (il pullulare di effetti speciali) ha fatto arricciare le sopracciglia ad alcuni ma ha avuto oltre un quarto d’ora di applausi dopo le 5 ore di “La Valchiria” ed altrettanto al termine di “Sigfrido”. E ha portato molti giovani a teatro (anche a motivo della politica di prezzi adotta - € 15 per chi ha meno di 26 anni) .
Di rilievo l’esecuzione musicale. Mehta offre un “Ring” molto differente da quello (fortemente drammatico) che lui stesso ha diretto a Firenze nel 1979-82. E’ un “Ring” di riflessione filosofica (quasi alla Sinopoli) con i tempi leggermente dilatati: ne “L’oro del Reno”, Mehta è di un lirismo trasparente, in “La Valchiria” di una tenerezza struggente, in “Sigfrido” coniuga la fiaba crudele (dei primi tre quarti) con eros appassionato nella seconda parte del terzeo atto. L’orchestra conferma di essere la migliore di un teatro italiano. Le prime due opere richiedono circa 30 solisti, “Sigfrido” solamente otto: la compagnia è mediamente buona, ma non eccelsa. Alcuni solisti molto conosciuti in Italia (Franz-Joseph Kapellmann, Peter Seiffert, Matti Salminen) ma anche molti giovani (a ragione delle acrobazie previste dalla regia). Spiccano Juha Usitato (il Re degli Dei) e Jennifer Wilson (la sua figlia preferita). Delude, invece, Leonid Zakhozhaev , protagonista della terza opera; il ruolo di Sigfrido adolescente è indubbiamente terrificante a ragione dello sforzo che richiede, ma Zakhozhaev non ha la stoffa di un “tenore eroico”- buono nei legati ha difficoltà negli acuti ed ha un volume adatto a sale relativamente piccole- nel duetto finale di “Sigfrido” viene schiacciato dal volume, e dalla mole, di Jennifer Wilson. Ci si domanda se riuscirà a reggere efficacemente la parte di Sigfrido maturo ne “Il Crepuscolo degli Dei” il cui debutto è atteso tra qualche mese, sia a Valencia sia a Firenze.

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