Il ROF (Rossini Opera Festival) ha inaugurato l’edizione 2008 con “Otello” (successivamente a Losanna ed alla Deutsche Oper di Berlino). L’opera è stata concepita per l’ampio registro della Colbran (in grado di svettare da soprano di coloratura ma anche di giungere a tonalità gravi quasi da contralto) vengano contrapposti tre tenori: uno dalla vocalità larga e spianata (Otello), un contaltrino di agilità,con una tessitura dal mi bemolle al do acuto (Rodrigo), ed un terzo dal timbro quasi baritonale (Iago).Nell’Ottocento il lavoro ebbe ben 291 produzioni (senza contare le repliche) in 26 Paesi. Il silenzio (sino al secondo dopoguerra) deve imputarsi sia alla fragilità del libretto sia alle difficoltà vocali – non ultima quella di disporre di tre tenori per controbilanciare un soprano in grado tanto di acuti spericolati quanto di tonalità molto gravi.
L’aspetto migliore dello spettacolo è la regia di Giancarlo Del Monaco (pur se contrastata da una parte del pubblico). Nessun fondale ispirato a Canaletto ma un unico ambiente dove, attorniatiti da un mare e da un celo alla Magritte, si stilizza la vicenda e si cura molto la recitazione con un allestimento facilmente trasportabile da un teatro ad un altro. La regia giustappone il clima oppressivo in cui vive Desdemona con la grandezza del mare e del cielo.
La bacchetta di Renato Palumbo è a tratti un po’ pesante nel guidare l’orchestra del Comunale di Bologna. La bella e giovane Olga Peretyatko (Desdemona) è un soprano lirico puro; consapevole di non potere giungere né alle vette né alle profondità della Colbran, aggira le difficoltà. Dei tre tenori, ad un smagliante (ed applauditissimo) Juan Diego Flórez (Rodrigo), fanno riscontro un Gregrory Kunde (Otello) che acquista spessore gradualmente ed un Chris Merritt (Iago) da dimenticare. Da sottolineare, invece, la bravura della giovanissima , appena 21 anni, Alessandra Marienelli nell’affrontare l’impervio ruolo della protagonista in “Il turco in Italia”, seconda delle tre opere del Festival.
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