mercoledì 29 agosto 2007

MAI SINISTRA FU PIU’ SPACCATA

I colpi, non tutti a salve, sparati durante questo periodo di metà agosto suggeriscono che , alla ripresa autunnale, il confronto politico sarà essenzialmente all’interno del centro-sinistra e riguarderà il futuro dello stato sociale. Una parte significativa della (risicata) maggioranza parlamentare ha ingoiato (a malincuore) un’intesa sulla previdenza a cui si deve comunque ancora dare corpo con strumenti legislativi appropriati. Non ha affatto mandato giù, però, quelle sezioni del Protocollo sullo Stato Sociale che riguardano il mercato del lavoro e gli ammortizzatori occupazionali. Ove fosse costretta a trangugiarlo, non lo digerirebbe. Ciò spiega le sortite clamorose di Francesco Caruso, le manifestazioni indette da Beppe Grillo e le dichiarazioni (più eleganti nella forma ma durissime nella sostanza) di molti esponenti di Rifondazione Comunista (e non solo).
Il confronto-scontro all’interno della sinistra riguarda non tanto il complesso di regole che vanno sotto il nome di legge Biagi quanto la norma primaria (si direbbe in termini giuridici) di cui la Biagi è essenzialmente un approfondimento ed una declinazione: la legge Treu (autorevole esponente dell’attuale maggioranza) approvata nel 1997 da un Parlamento di centro sinistra, mentre un Governo Prodi era alla guida del Paese. E’ la legge Treu che ha abolito il monopolio pubblico dei servizi per l’impiego e posto, quindi, le basi per una maggiora articolazione e dei servizi per l’impiego e delle forme di rapporto di lavoro quale declinata nella legge Biagi. Tanto la legge Treu del 1997 quanto la legge Biagi di circa quattro anni fa prevedevano, poi, un riassetto degli ammortizzatori sociali: il finanziamento di tale riassetto (proposto nella legislatura precedente) è stato ingoiato (su richiesta anche della sinistra reazionaria) da uno degli ultimi salvataggi Alitalia. Ora, dopo la maximanovra della scorsa finanziaria, nonostante l’Italia abbia il record della pressione fiscale le casse sono di nuovo vuote (pure a ragione di nuovi carrozzoni creati od in via di costituzione), tanto che nel Protocollo sullo Stato Sociale del 23 luglio scorso si punta meramente a una progressiva unificazione dei trattamenti di disoccupazione e mobilità e all'universalizzazione degli strumenti di integrazione al reddito, con la progressiva estensione e unificazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Siamo, quindi, ad un duello a sinistra , un sanguinoso “Kramer contro Kramer” all’italiana che sta lacerando Governo e maggioranza. Non mancano soluzioni ai problemi posti sul tappeto. Ad esempio, alla tematica delle morti bianche sul lavoro si può rispondere non modificando la legge Biagi (che ha consentito di far uscire almeno un milione di uomini e donne dal sommerso) ma con un Testo Unico che semplifichi la ragnatela di norme sul lavoro: lo abbiamo sostenuto su Il Tempo nel maggio scorso ed è motivo di soddisfazione che una proposta analoga è in un saggio di Michele Tiraboschi nel numero agosto settembre di Formiche. Inoltre, nell’età dell’integrazione economica internazionale e della tecnologia, la riqualificazione dovrebbe essere il cuore degli ammortizzatori (come previsto, peraltro, in un ddl approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri tra la disattenzione anche dei diretti interessati).
Tuttavia, né il Testo Unico né la vera modernizzazione degli ammortizzatori interessano una sinistra reazionaria le cui motivazioni sono essenzialmente ideologiche: un apparato statale vasto e tentacolare che entri, in modo “impiccione” e “pasticcione” (come scriveva Giuliano Amato nel 1976) nelle vite degli altri.

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