Lirica.
Un tocco alla Ibsen e “8 e 1/2” Così Pesaro rilancia il suo Rossini
GIUSEPPE PENNISI
PESARO
Il 37° “Rossini Opera Festival”
(fino al 20 agosto) propone due nuove produzioni e una ripresa, nonché una
serie di concerti, conferenze e spettacoli della sezione “Rossini giovani”. Il
Rof è tornato ad essere quello di un tempo: “tutto esaurito” degli appuntamenti
di maggior richiamo, folta presenza della critica straniera, aria di festa
nonostante una crisi economica che si protrae da nove anni.
Soffermiamoci sulle due nuove
produzioni:
La donna del lago
(in joint venture con l’Opera Reale di Liegi) e Il turco in Italia
(con il Palau de les arts reina Sofia di Valencia). Due regie originali e tali
da far discutere, come si addice a un festival.
La donna del lago
qui non è proposta nella consueta Scozia medievale (come nel poema di Walter
Scott a cui si ispira), con un paesaggio oleografico e di cartapesta. Nella
versione di Damiano Michieletto l’azione si svolge a fine Ottocento in
un’abitazione in mal arnese, dalla cui finestre si intravede un canneto e si
percepisce l’esistenza di un lago. Elena e Malcom, ormai anziani ricordano le
vicende che portarono alle loro nozze, grazie all’intervento magnanimo di re
Giacomo (con il quale Elena aveva avuto un breve ma intenso innamoramento).
Inizialmente Malcom è irritato perché Elena porta fiori a una foto (il ritratto
di re Giacomo) ma poco alla volta i ricordi si dipanano e i due ritrovano a
tarda età (sono quasi ottantenni), lo stesso amore del giorno delle nozze.
Quasi un dramma ibseniano di approfondimento psicologico invece del consueto
grande spettacolo storico.
La produzione convince grazie
all’intesa tra Michele Mariotti alla guida dell’orchestra del Teatro Comunale
di Bologna, e Damiano Michieletto con i suoi collaboratori (Paolo Fantin per le
scene, Klaus Bruns per i costumi e Alessandro Carletti per le luci). Direttore
e regista hanno lavorato fianco a fianco dal “mi bemolle” iniziale a quello
finale. Una lettura orchestrale fatta di chiaro-scuri nordici, tinte brumose,
presagi romantici. Appena trentenni le due protagoniste (la georgiana Salome
Jicia, e l’armena Varduhi Abrahamyan in un ruolo en travesti), la prima
nella parte di Elena e la seconda in quella di Malcom. Il Rof, dunque, è
tornato alla scoperta di grandi voci. Accanto a loro, tra i principali
interpreti, Juan Diego Floréz, a cui l’opera offre l’opportunità di sfoggiare i
suoi “do maggiori”, Michael Spyres, che può mostrare il suo registro alto, e
Marko Mimica, baritono-basso a proprio agio nella coloratura. Strepitoso
successo.
Da Ibsen passiamo a Fellini con
Il turco in Italia, ambientato da Davide Livermore sul set di Otto e ½
con richiami anche a La dolce vita e a Lo sceicco bianco. In
un’intervista rilasciata ad Avvenire il 5 agosto scorso Livermore ha
spiegato le ragioni di questa scelta. L’opera, da “commedia per adulti” sulla
fedeltà coniugale diventa una colorita farsa piena di gag. Un’interpretazione
che è piaciuta al pubblico ma ha sollevato qualche perplessità ad alcuni
critici in sala. La Filarmonica Gioacchino Rossini è affidata a una giovane
direttrice (una rarità in Italia), Speranza Scappucci, che ha già fatto
esperienze anche all’estero; ha concertato in modo spigliato, in armonia con
una regia piena di ritmo. Di alto livello, tutte le voci (Erwin Schrott, Nicola
Alaimo, Rene Barbera, Pietro Spagnoli). Ottima Olga Peretyatko nel ruolo della
protagonista (Fiorilla); ha una splendida coloratura, specialmente nel rondò
finale anche se, a nostro avviso, sarebbe preferibile una voce leggermente più
brunita e meno da “soprano soubrette”.
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Al Rof tutto esaurito e applausi
sia per “La donna del lago”, riletta da Michieletto come dramma psicologico,
sia per “Il turco in Italia” nella versione felliniana di Livermore Strepitose
le voci dei protagonisti
BELCANTO
Sopra, una scena de “La donna del
lago” di Rossini, nella versione del regista Damiano Michieletto; in primo
piano, Salome Jicia e Michael Spyres A sinistra, Olga Peretyatko e Rene Barbera
protagonisti de “Il turco in Italia” diretto da Davide Livermore
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