venerdì 12 agosto 2016

Un tocco alla Ibsen e “8 e 1/2” Così Pesaro rilancia il suo Rossini in Avvenire 11 agosto



Lirica.
Un tocco alla Ibsen e “8 e 1/2” Così Pesaro rilancia il suo Rossini
GIUSEPPE PENNISI
PESARO
Il 37° “Rossini Opera Festival” (fino al 20 agosto) propone due nuove produzioni e una ripresa, nonché una serie di concerti, conferenze e spettacoli della sezione “Rossini giovani”. Il Rof è tornato ad essere quello di un tempo: “tutto esaurito” degli appuntamenti di maggior richiamo, folta presenza della critica straniera, aria di festa nonostante una crisi economica che si protrae da nove anni.
Soffermiamoci sulle due nuove produzioni:
La donna del lago (in joint venture con l’Opera Reale di Liegi) e Il turco in Italia (con il Palau de les arts reina Sofia di Valencia). Due regie originali e tali da far discutere, come si addice a un festival.
La donna del lago qui non è proposta nella consueta Scozia medievale (come nel poema di Walter Scott a cui si ispira), con un paesaggio oleografico e di cartapesta. Nella versione di Damiano Michieletto l’azione si svolge a fine Ottocento in un’abitazione in mal arnese, dalla cui finestre si intravede un canneto e si percepisce l’esistenza di un lago. Elena e Malcom, ormai anziani ricordano le vicende che portarono alle loro nozze, grazie all’intervento magnanimo di re Giacomo (con il quale Elena aveva avuto un breve ma intenso innamoramento). Inizialmente Malcom è irritato perché Elena porta fiori a una foto (il ritratto di re Giacomo) ma poco alla volta i ricordi si dipanano e i due ritrovano a tarda età (sono quasi ottantenni), lo stesso amore del giorno delle nozze. Quasi un dramma ibseniano di approfondimento psicologico invece del consueto grande spettacolo storico.
La produzione convince grazie all’intesa tra Michele Mariotti alla guida dell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna, e Damiano Michieletto con i suoi collaboratori (Paolo Fantin per le scene, Klaus Bruns per i costumi e Alessandro Carletti per le luci). Direttore e regista hanno lavorato fianco a fianco dal “mi bemolle” iniziale a quello finale. Una lettura orchestrale fatta di chiaro-scuri nordici, tinte brumose, presagi romantici. Appena trentenni le due protagoniste (la georgiana Salome Jicia, e l’armena Varduhi Abrahamyan in un ruolo en travesti), la prima nella parte di Elena e la seconda in quella di Malcom. Il Rof, dunque, è tornato alla scoperta di grandi voci. Accanto a loro, tra i principali interpreti, Juan Diego Floréz, a cui l’opera offre l’opportunità di sfoggiare i suoi “do maggiori”, Michael Spyres, che può mostrare il suo registro alto, e Marko Mimica, baritono-basso a proprio agio nella coloratura. Strepitoso successo.
Da Ibsen passiamo a Fellini con Il turco in Italia, ambientato da Davide Livermore sul set di Otto e ½ con richiami anche a La dolce vita e a Lo sceicco bianco. In un’intervista rilasciata ad Avvenire il 5 agosto scorso Livermore ha spiegato le ragioni di questa scelta. L’opera, da “commedia per adulti” sulla fedeltà coniugale diventa una colorita farsa piena di gag. Un’interpretazione che è piaciuta al pubblico ma ha sollevato qualche perplessità ad alcuni critici in sala. La Filarmonica Gioacchino Rossini è affidata a una giovane direttrice (una rarità in Italia), Speranza Scappucci, che ha già fatto esperienze anche all’estero; ha concertato in modo spigliato, in armonia con una regia piena di ritmo. Di alto livello, tutte le voci (Erwin Schrott, Nicola Alaimo, Rene Barbera, Pietro Spagnoli). Ottima Olga Peretyatko nel ruolo della protagonista (Fiorilla); ha una splendida coloratura, specialmente nel rondò finale anche se, a nostro avviso, sarebbe preferibile una voce leggermente più brunita e meno da “soprano soubrette”.
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Al Rof tutto esaurito e applausi sia per “La donna del lago”, riletta da Michieletto come dramma psicologico, sia per “Il turco in Italia” nella versione felliniana di Livermore Strepitose le voci dei protagonisti
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BELCANTO
Sopra, una scena de “La donna del lago” di Rossini, nella versione del regista Damiano Michieletto; in primo piano, Salome Jicia e Michael Spyres A sinistra, Olga Peretyatko e Rene Barbera protagonisti de “Il turco in Italia” diretto da Davide Livermore


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