martedì 16 agosto 2016

Festival di Salisburgo, l’onorificenza e un monito in Formiche 16 agosto



Festival di Salisburgo, l’onorificenza e un monito
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Festival di Salisburgo, l’onorificenza e un monito
Domenica 14 agosto, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha insignito il Presidente del festival di Salisburgo Helga Rabl-Stadler della onorificenza di Gran Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. La medaglia è stata presentata dall’Ambasciatore italiano a Vienna Giorgio Marrapodi, alla presenza di Riccardo Muti, al termine di un concerto dei Wiener Philharmoniker diretto dal Maestro.
Nel motivare l’onorificenza. L’Amb. Marrapodi ha sottolineato il ruolo di . Helga Rabl-Stadler per per le sue qualità artistiche ed anche per le sue qualità eccezionali come manager: “Grazie al Suo lavoro – ha detto – lei è in continuo contatto con i più importanti musicisti italiani e lei ha sempre operato in nome e per conto delle arti, contribuendo in modo essenziale all’amicizia tra l’Austria e l’Italia”. Il Presidente Helga Rabl-Stadler nella sua replica ha ricordato che il suo amore per l’Italia è genetico: “Sono nata il 2 giugno 1948, proprio quando è nata la Repubblica Italiana”. Ha poi ricordato come Muti lavori a Salisburgo dal 1971 e ha diretto, tra opere e concerti, 250 rappresentazioni al festival, nel corso degli anni. “Per me – ha spiegato -, accanto alla mia Patria, l’Italia è la migliore parte d’Europa”.
L’onorificenza, ben meritata, è anche un monito ai gestori di festival ed organizzazioni musicali italiane. Si pensi che il bilancio di previsione del festival E di Salisburgo ammonta a 60,54 milioni di euro ( la metà, per intenderci di una “stagione” scaligera). Per questa cifra, offre in 48 giorni, ed in otto luoghi di spettacolo, circa 450 rappresentazioni tra opere, concerti sinfonici e da camera, prosa e lieder). La programmazione è intensa: durante i fine settimana nella sale ci sono tre turni (uno la mattina alle 10-11, uno nel pomeriggio alle 15, ed uno la sera). Nonostante i prezzi elevati (per l’opera una poltrona supera i 400 euro), la richiesta dei biglietti è il doppio della disponibilità di posti. La gestione del bilancio è assicurata da retribuzioni ad incentivi per il management: se gli utili superano quanto anticipato al momento della redazione del preventivo, il sovraintendente riceva un premio di produzione, che può diventare una penale in caso di disavanzo elevato.
L’aspetto più significativo è che solo il 25% dei costi sono coperti da sovvenzioni dello Stato, del Land e del Comune. Il resto proviene da sponsor, biglietteria e soprattutto vendita di spettacoli o dal vivo o tramite televisione, reti di cinematografi, dischi e DvD. Numerosi accordi in tal senso sono in vigore con aziende come la Audi, la Rolex, la Siemens. Ogni anno se ne aggiungono altri. Il primo agosto, ad esempio, ne è stato firmato uno triennale con un’azienda di Hong Kong: comprende concerti dei vincitori del concorso per giovani cantanti e l’esclusiva di diffusione in Cina di opere e concerti di Salisburgo tramite i cinquanta canali (nella varie lingue dell’immenso Paese).
A titolo di raffronto, l’Arena di Verona, forse il più antico dei festival estivi (la prima ‘Aida’ risale al 1913) è travolta da debiti e da polemiche sindacali. Le sue difficoltà sono cronaca di questi mesi. Ha perso buona parte del pubblico tedesco ed austriaco per due ragioni: a) i costi praticati da esercenti (al mio ultimo viaggio a Verona due prosecchi a Piazza Brà dopo lo spettacolo sono costati 40 euro; e b) lo sviluppo del Festival di Opera Antica a Innsbruck e del Festival del Tirolo a Erl. Ad Erl sono state fatte convenzioni con gli alberghi della zona; se si viaggia in auto a pochi chilometri dei due teatri del festival si trovano deliziosi agriturismo per 50 euro a notte, prima colazione inclusa. Forse l’Arena dovrebbe tornare a sessanta anni fa quando operava come stagione estiva della Scala ed il corpo di ballo (scaligero) alloggiava nella villa sul Garda di Antonio Ghiringhelli. Potrebbe magari meritare un premio, anche se non l’onorificenza a Grande Ufficiale.
Photo credits: © Salzburger Festspiele / Doris Wild

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