&Charles Darwin va all’opera
Per la musica lirica
si profila
un futuro darwiniano,
in base al
quale resisteranno
soltanto i piu`
forti? Se l’andamento
dei festival estivi (giugnoagosto)
e` un’indicazione, pare
proprio che questo sia il sentiero
che si delinea anche per le fondazioni
liriche. Certo, e`difficile fare
un censimento completo dei festival
lirici o di teatro musicale. Un
anno fa, la sezione professional (a
cui si accede pagando) del sito
Operabase, il maggiore del settore,
indicava circa 35 festival lirici in
Italia per il 2015 ed ora, per lo
stesso periodo del 2016, ne indica
17. Il mercato si vendica sempre,
come amava ripetere Luigi Einaudi.
Sono praticamente spariti
un paio di festival viaggianti, organizzati
da impresari e sovvenzionati
dai comuni dove facevano
spettacolo (al costo di 10-20mila
euro a seconda del numero di rappresentazioni);
portavano allestimenti
« da spiaggia » di opere
molto note (Cavalleria e Pagliacci,
Traviata, Rigoletto) con un’orchestra
all’osso e cantanti in gran
misura asiatici. E` preferibile introdurre
il pubblico alla musica,
senza avere troppe pretese di qualita`,
che fare una fiera paesana.
Molte amministrazioni, con l’acqua
alla gola, hanno deciso che
sarebbe stato piu` saggio impiegare
la somma, anche se piccola, per
servizi sociali, per attivita` estive
per i bambini. Sono nati alcuni
festival in parchi archeologici e
teatri antichi ma Operabase
neanche li cita, nonostante abbiamo
riempito di pubblicita` quotidiani
nazionali; forse sono considerati
irrilevanti. Altre fonti elencano
solo sei festival estivi dimenticando,
ad esempio, che il Chigiana
International Summer Academy
and Festival offre anche teatro
in musica e che ad Arezzo in luglio
si e`svolta una mini stagione
con la messa in scena di cinque titoli
(L’Incoronazione di Poppea, Alcina,
Suor Angelica, L’Elisir d’Amore,
Cosı` fan tutte) grazie al Comune
che ha messo a disposizione il
Teatro Petrarca e, per un’opera, la
piazza centrale, nonche´illuminazione
e pulizia delle strutture ad
un costo di 3000-5000 euro. Il festival
e`stato interamente organizzato
da uno dei migliori conservatori
americani (l’Oberlin College);
cantanti, strumentisti, registi
hanno affollato per un mese alberghi,
bed & breakfast e trattorie di
Arezzo.
Poche fondazioni liriche si sono
accorte che il processo darwiniano
tocca anche loro molto da vicino.
Nelle pieghe del decreto legge sulla
finanza locale, licenziato dal Senato
alla vigilia delle vacanze, c’e`una
norma che subordina dal 2018 l’erogazione
dei contributi FUS al rispetto
di precisi paletti in materia
di bilancio ed efficienza. Nasce da
un emendamento presentata dalla
Senatrice Magda Zanoni (PD). Ad
esempio chi, entro il 31 dicembre
2018, non raggiungera`il pareggio
di bilancio, dimostrandosi poco
virtuoso, verra`declassato a « teatro
lirico-sinfonico » con conseguente
decadenza delle sovvenzioni per le
fondazioni. Non e`un’idea nuova,
circola da anni a Via Santa Croce
in Gerusalemme (sede della Direzione
Generale dello Spettacolo dal
Vivo). In questa ultima edizione,
oltre al pareggio di bilancio e dunque
al risanamento dei propri conti,
le fondazioni verranno valutate
in termini di indicatori di efficienza
gestionale e grado di internazionalizzazione
(ossia garantire
un certo numero di spettacoli e
produzioni coprodotti con teatri
stranieri di chiara fama). Dato che
alcune delle maggiori fondazioni
(Roma, Cagliari, Napoli, Bologna,
Firenze, Palermo e Trieste) sono
alla prese con un delicato processo
di risanamento, propedeutico all’ottenimento
di complessivi 160
milioni previsti dalla cosiddetta
Legge Bray, senza risanamento il
declassamento e`sicuro a partire
dal 2018. C’e`naturalmente tensione
nel settore ed allarme nel sindacato:
il nodo di fondo, pero`, e`che
secondo Via Santa Croce in Gerusalemme,
oggi solo nove italiani su
cento vanno all’opera, mentre secondo
l’Istat un italiano su cinque
diserta regolarmente mostre e teatri.
E`essenziale, quindi, diffondere
la cultura musicale anche incoraggiando
riviste come la nostra
che hanno questo compito istituzionale
specifico.
Giuseppe Pennisi
28 musica 279, settembre 2016
Per la musica lirica
si profila
un futuro darwiniano,
in base al
quale resisteranno
soltanto i piu`
forti? Se l’andamento
dei festival estivi (giugnoagosto)
e` un’indicazione, pare
proprio che questo sia il sentiero
che si delinea anche per le fondazioni
liriche. Certo, e`difficile fare
un censimento completo dei festival
lirici o di teatro musicale. Un
anno fa, la sezione professional (a
cui si accede pagando) del sito
Operabase, il maggiore del settore,
indicava circa 35 festival lirici in
Italia per il 2015 ed ora, per lo
stesso periodo del 2016, ne indica
17. Il mercato si vendica sempre,
come amava ripetere Luigi Einaudi.
Sono praticamente spariti
un paio di festival viaggianti, organizzati
da impresari e sovvenzionati
dai comuni dove facevano
spettacolo (al costo di 10-20mila
euro a seconda del numero di rappresentazioni);
portavano allestimenti
« da spiaggia » di opere
molto note (Cavalleria e Pagliacci,
Traviata, Rigoletto) con un’orchestra
all’osso e cantanti in gran
misura asiatici. E` preferibile introdurre
il pubblico alla musica,
senza avere troppe pretese di qualita`,
che fare una fiera paesana.
Molte amministrazioni, con l’acqua
alla gola, hanno deciso che
sarebbe stato piu` saggio impiegare
la somma, anche se piccola, per
servizi sociali, per attivita` estive
per i bambini. Sono nati alcuni
festival in parchi archeologici e
teatri antichi ma Operabase
neanche li cita, nonostante abbiamo
riempito di pubblicita` quotidiani
nazionali; forse sono considerati
irrilevanti. Altre fonti elencano
solo sei festival estivi dimenticando,
ad esempio, che il Chigiana
International Summer Academy
and Festival offre anche teatro
in musica e che ad Arezzo in luglio
si e`svolta una mini stagione
con la messa in scena di cinque titoli
(L’Incoronazione di Poppea, Alcina,
Suor Angelica, L’Elisir d’Amore,
Cosı` fan tutte) grazie al Comune
che ha messo a disposizione il
Teatro Petrarca e, per un’opera, la
piazza centrale, nonche´illuminazione
e pulizia delle strutture ad
un costo di 3000-5000 euro. Il festival
e`stato interamente organizzato
da uno dei migliori conservatori
americani (l’Oberlin College);
cantanti, strumentisti, registi
hanno affollato per un mese alberghi,
bed & breakfast e trattorie di
Arezzo.
Poche fondazioni liriche si sono
accorte che il processo darwiniano
tocca anche loro molto da vicino.
Nelle pieghe del decreto legge sulla
finanza locale, licenziato dal Senato
alla vigilia delle vacanze, c’e`una
norma che subordina dal 2018 l’erogazione
dei contributi FUS al rispetto
di precisi paletti in materia
di bilancio ed efficienza. Nasce da
un emendamento presentata dalla
Senatrice Magda Zanoni (PD). Ad
esempio chi, entro il 31 dicembre
2018, non raggiungera`il pareggio
di bilancio, dimostrandosi poco
virtuoso, verra`declassato a « teatro
lirico-sinfonico » con conseguente
decadenza delle sovvenzioni per le
fondazioni. Non e`un’idea nuova,
circola da anni a Via Santa Croce
in Gerusalemme (sede della Direzione
Generale dello Spettacolo dal
Vivo). In questa ultima edizione,
oltre al pareggio di bilancio e dunque
al risanamento dei propri conti,
le fondazioni verranno valutate
in termini di indicatori di efficienza
gestionale e grado di internazionalizzazione
(ossia garantire
un certo numero di spettacoli e
produzioni coprodotti con teatri
stranieri di chiara fama). Dato che
alcune delle maggiori fondazioni
(Roma, Cagliari, Napoli, Bologna,
Firenze, Palermo e Trieste) sono
alla prese con un delicato processo
di risanamento, propedeutico all’ottenimento
di complessivi 160
milioni previsti dalla cosiddetta
Legge Bray, senza risanamento il
declassamento e`sicuro a partire
dal 2018. C’e`naturalmente tensione
nel settore ed allarme nel sindacato:
il nodo di fondo, pero`, e`che
secondo Via Santa Croce in Gerusalemme,
oggi solo nove italiani su
cento vanno all’opera, mentre secondo
l’Istat un italiano su cinque
diserta regolarmente mostre e teatri.
E`essenziale, quindi, diffondere
la cultura musicale anche incoraggiando
riviste come la nostra
che hanno questo compito istituzionale
specifico.
Giuseppe Pennisi
28 musica 279, settembre 2016
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