giovedì 4 agosto 2016

L’ ‘ANGELO STERMINATORE’ DI ADÈS TRIONFA A SALISBURGO in avvenire 31 luglio



L’ ‘ANGELO STERMINATORE’ DI ADÈS TRIONFA A SALISBURGO
Giuseppe Pennisi

 Dalla nascita, nel 1920, il festival di Salisburgo è stato concepito non solo per rilanciare Mozart ( gran parte dei cui lavori erano usciti dai repertori durante l’Ottocento) e presentare la ‘nuova musica’ contemporanea , ma  soprattutto con un  alto contenuto ‘spirituale’.
Nel 1920, l’inaugurazione fu marcata da Jedermann (Ognuno di Noi), una parabola sacra di Hugo von Hofmannsthal che ancora oggi viene replicata una decina di sere, ogni estate, nella piazza del Duomo. Da qualche anno,  l’inaugurazione (tradizionalmente il 28 luglio), viene preceduta da  una ‘ouverture spirituale’ di concerti di musica sacra.
Quest’anno, la sera del 28 luglio, la manifestazione è stata aperta dall’attesissima prima mondiale di The Exterminating Angel (L’Angelo Sterminatore) terza opera di Thomas Adès (classe 1971), uno dei più apprezzati compositori contemporanei. Adès ha anche concertato l’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, in buca. La regia è di Tom Cairns, autore anche  del libretto;  scene, costumi , luci, video e coreografia sono firmati rispettivamente da Hildegard Bechter, Jon Clark, Tal Jarden e Amir Hosseinpout.  Il lavoro è coprodotto con il Covent Garden di Londra, il Metropolitan di New York e il Teatro Reale di Copenhagen (tre ‘templi della lirica’ dove si vedrà la prossima stagione). Dopo i venti minuti di vere e proprie ovazioni al termine dello spettacolo, sono in corso trattative anche con altri teatri. Al pari delle due opere precedenti di Adès (Powder her Face tratta da un fatto di cronaca e The Tempest da Shakespeare) è probabile che nei prossimi anni si vedrà nei maggiori teatri europei, americani ed asiatici.
E’ anche esso un lavoro ‘spirituale’.L’opera ,  in tre atti ma presentata con un solo intervallo (a metà del secondo atto), è tratta dal film eponimo di Luis Buňuel del 1962. Inizialmente  Buňuel avrebbe voluto intitolarlo Los náufragos de la Calle Providencia (‘ I Naufraghi del Viale della Provvidenza) per poi tornare al titolo, apocalittico, del romanzo di Luis Alcoriza su cui è basato. Dopo una serata al Teatro dell’Opera , un gruppo di persone appartenenti all’alta borghesia si riuniscono a cena. Quando uno dei commensali (una pianista) si mette al piano per suonare, e tutti si accorgono che si sta avvicinando l’alba, non riescono più ad uscire dalla villa. Restano reclusi , come bloccati da incantesimo(nonostante polizia, esercito ed anche religiosi tentino di tutto per dar loro una via d’uscita). Dopo qualche giorno di prigionia, alcuni di loro mostrano il peggio di loro stessi. Riescono  ad uscire. Ma sarà una liberazione di breve durata. Restano ‘naufraghi’ . Una parabola, mista di realismo, surrealismo e religiosità , secondo  Buňuel, della ‘condizione borghese’intrappolata in se stessa ed incapace di comprendere il mondo.
L’opera di Vadès e Cairns, la cui lavorazione è iniziata nel 2009, è per certi aspetti, ancora più esplicita, e più dura, del film del 1962, non solo per i ricchi costumi dei padroni di casa e degli ospiti (in stridente contrasto con i poveri abiti dei contadini e dei pastori delle campagne confinanti ) ma soprattutto per la scrittura musicale.
E’ una struttura tonale, fortemente polifonica (in scena ci sono 15 personaggi) , e con arie, duetti e concertati, ma anche con molto declamato. Richiede una grande orchestra con strumenti  non convenzionali; ad esempio, l’introduzione è costituita da suoni di campane e per la prima volta in Adès trapela la musica elettronica (‘les ondes martelot’, un suono delicato e profondo di un ‘angelo sterminatore al tempo stesso seducente e distruttore). Lenta e quasi ossessiva nella prima parte, l’opera assume un ritmo incalzante nei due intermezzi e nella seconda parte per concludersi con un finale liberatorio (pur se sappiamo che sarà di breve durata).
The Exterminating Angel richiede 15 grandi voci. Alcuni degli interpreti (quali Anne Sofie von Otter, Charles Workman , John Tomlinson e Thomas Allen) calcano da trent’anni le scene anche italiani. Tra gli altri, tutti molto bravi anche come attori, spicca Audrey Luna, nel ruolo di Leticia , la cui aria dolcissima e trasparente della seconda parte porta alla liberazione (temporanea) dei ‘naufraghi’.
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