23 agosto
2016
Con la
chiusura il 21 agosto delle Olimpiadi di Rio è tempo di bilanci e di meditare
sulla proposta di tenere a Roma i Giochi nel 2024.
E’ arduo pensare
che sotto il profilo economico e finanziario siano positivi. Si tratterebbe di
un eccezione clamorosa alle esperienze degli ultimi lustri. Le Olimpiadi non
sono affatto “un affare” in termini di ricavi finanziari (giustapposti ai costi
finanziari) per la città, o le città, che le ospitano. Lo ha ricordato il primo
agosto un editoriale del New York Times Tre economisti greci hanno condotto una
valutazione ex-post delle Olimpiadi di Atene del 2004 (è pubblicata sulla
rivista Applied Financial Economics, Vo. 18 n. 19 del 2008); finanziariamente,
hanno guadagnato solo gli sponsor, le azioni delle cui imprese hanno avuto una
rapida ma breve impennata quando la capitale greca è stata scelta – quindi, un
effetto annuncio. Di recente, economisti greci hanno individuato nelle
Olimpiadi del 2004 una delle determinanti dell’impennata del debito pubblico
greco.
Interessante
una dettagliata valutazione dei giochi invernali: i costi superano i benefici,
anche senza contabilizzare le spese per le infrastrutture (perché permanenti e
non connesse solo all’evento) e quantizzando “l’orgoglio della città e della
Provincia” di ospitare le gare. In effetti, stime analitiche dei probabili
flussi turistici sono modeste (ed i costi associati al turismo olimpico
superano i ricavi) come peraltro già rilevato in occasione di altre Olimpiadi,
ad esempio quelle tenute nel 1996 ad Atlanta in Georgia).
Uno dei
lavori sugli esiti economici non brillanti delle Olimpiadi di Atlanta è
intitolato: “Perché gareggiare per essere sede di Giochi?”. La risposta viene
data da due saggi relativi uno alle Olimpiadi di Pechino del 2008 (pubblicato
nello Sports Lawyer Journal) e l’altro alla Coppa del Mondo giocata in
Germania nel 2006 (CESifo Working Paper No. 2582). I costi per la
collettività vengono in questi casi superati, anche di molto, dai benefici per
la collettività perché l’evento riguarda l’intera Nazione e contribuisce al “Nation
Building”.
Indubbiamente
ci possono ritorni politici, spesso a caro prezzo. Le Olimpiadi di Roma del
1960 vengono considerate come una delle determinante (non la principale)
dell’ingresso dell’Italia in quello che allora si chiamava il consesso delle
Nazioni.
I Giochi
rendono più ‘felici’ coloro che li ospitano. Il 17 luglio, il DIW di Berlino ha
pubblicato un discussion paper (il No. 1599) in cui nove accademici della
London School of Economica, della Sorbona, e delle Università di Chicago, del
Michigan e di Cornell University a Ithaca si chiedono se le Olimpiadi aumentano
la felicità dei cittadini delle città dove si svolgono. La ricerca raffronta
Londra, Berlino e Parigi nell’anno dei Giochi londinesi tramite una complessa
indagine statistica e sociologica, con questionari discussi con 26.000 persone
nel 2011, 2012 e 2013. In breve , c’è un forte balzo in avanti per i cittadini
di Londra che, su una scala da 1 a 10) hanno visto aumentare la loro felicità
da 1 a 4, nei mesi ‘olimpionici’ . L’effetto è stato di breve periodo: dopo
nove mesi si era di nuovo in fondo alla scala.
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