ROMEO E JULIETTE” NELLE GUERRE STELLARI
Giuseppe Pennisi
Chi avrebbe mai pensato che sarebbe quel reazionario di
Charles Gounod a rinnovare il pubblico di un’Arena di Verona abituato sino a
poche ‘stagioni’ fa ad un repertorio di “Aida”, “Carmen”, “Turandot” quasi
immodificabile. William Shakespeare e George
Lucas hanno complottato con il regista Francesco Micheli e trasferito l’opèra lyrique Roméo et Juliette, in una Verona da “guerre stellari”. Le
gradinate più alte (ed a prezzi più bassi)
dell’Arena (dove è in scena sino al 6 settembre) sono affollate da
giovani. L’elemento scenico principale è una copia del teatro elisabettiano The
Globe che si apre in due spicchi per diventare i palazzi dei rivali Capuleti e
Montecchi. Costumi atemporali: da abbigliamento odierno ed un Rinascimento
“fantasy”. La cella di Frà Lorenzo è un grande globo multicolore Non mancano
effetti speciali come un auto alata che va in fuoco. I cantanti devono essere
anche atleti non solo per i duelli: Romeo e Giulietta passano la notte di nozze
sospesi a 20 metri dal palcoscenico.
Chi storce il naso di fronte ad un approccio così
avveniristico è, però, soddisfatto dalle voci. I due protagonisti (Vittorio
Grigolo e Lana Kros ) hanno l’aspetto e la tessitura vocale appropriata, nonché
un francese senza sbavature . Di livello tutta la compagnia - 12 solisti, coro
e corpo di ballo. Spiccano Annalisa Stroppa (Stefano, paggio di Romeo), Michael
Batchtadze (Mercuzio) e Giorgio Giuseppini (un imponente Frà Lorenzo). E
l’orchestra? Jean-Luic Tinguad tiene un buon equilibrio tra buca e
palcoscenico.
Nessun commento:
Posta un commento