I festival estivi piangono, ma non quello del Tirolo. Ecco perché
A Erl è in corso di festival estivo del Tirolo, dove viene rappresentato “Der Ring” di Richard Wagner nell’allestimento di Gustav Kuhn, che aggiorna e modernizza quello già proposto nel 2005. Ne abbiamo parlato proprio con Kuhn, anche per capire le ragioni per cui questo festival non piange miseria. Anzi…
Scritto da Giuseppe Pennisi | giovedì, 31 luglio 2014 · 0Il festival si tiene in un paesino di 1.500 abitanti, a 75 chilometri da Innsbruck e a 70 da Monaco di Baviera, nonché a un’ora e mezza di auto da Salisburgo. È nato circa tre lustri fa per iniziativa di Gustav Kuhn, direttore d’orchestra (Karajan lo considerava il suo erede), regista e scenografo. Ha lavorato a lungo in Italia, dove è stato tra l’altro direttore artistico dell’Opera di Roma, del San Carlo e di Macerata Opera; e dove, in Gargafagnana, ha affittato (a vita) il Convento dell’Angelo dei Padri Passionisti per farne un’accademia di alta formazione. Quindi conosce molto bene il nostro Paese, in cui molti festival estivi soffrono: il sindaco di Roma ha ventilato la liquidazione del Teatro dell’Opera dopo una serie di scioperi che stanno impedendo la realizzazione di quello di Caracalla, il Festival di Macerata riguarda ormai per lo più i bagnanti delle spiagge marchigiane, quello di Pesaro ha ridotto di un ciclo la serie di rappresentazioni. A Erl, invece, questo Ring era già quasi esaurito l’autunno 2013 e vanno benissimo le altre offerte del programma (l’opera Il Castello del Duca Barbablù di Bartok, le sinfonie di Bruckner, molta cameristica) non solo nella grande sala di 1.500 posti dove la manifestazione è nata quindici anni fa, ma anche nel nuovo teatro da 800 posti, costruito da sponsor privati e da due anni in funzione per festival invernali e per la sinfonica, la concertistica e la contemporanea di quello estivo.
Con Kuhn abbiamo parlato sia del Ring (che verrà ripreso nel luglio 2015) sia delle finanze del festival (che gode buona salute, mentre quelli italiani sono in bolletta).
Che cosa distingue il Ring 2004 dal Ring 2014?
La questione dovrebbe essere esattamente il contrario: in che modo il Ring di oggi differisce da quello di dieci anni fa. Naturalmente ci siamo sviluppati enormemente, non solo con la costruzione del nuovo teatro e della nuova infrastruttura. Anche esteticamente abbiamo fatto un grande passo avanti. La scenografia del Ring di oggi è certamente più moderna, contemporanea e anche più costosa. Tutti i costumi sono stati completamente rivisti oppure ridisegnati. Le luci sono più professionali di quanto non fossero nel 2004. Un Ring, quindi, del tutto più ricco e sorprendente.
Le idee di base sono sempre le stesse, siamo rimasti fedeli al nostro concetto. La nostra interprestazione delle opere di Richard Wagner – quelle a cui ci dedichiamo nel nostro festival – ha cambiato poco e punta sull’attualità del linguaggio e del messaggio. Sicuramente abbiamo realizzato diverse cose in modo più coerente, e alcuni disegni e sviluppi dei personaggi sono stati elaborati con più forza. Grazie a questa intensificazione della recitazione potevamo rinunciare ad alcuni elementi di contorno. Dunque, siamo riusciti con questo Ring ad andare a fondo del cuore del lavoro. E i risultati del primo “ciclo” ci danno ragione: questo Ring piace al pubblico. Una cosa non è assolutamente cambiata: produciamo il Ring ancora con una delle orchestre wagneriane più giovani ma più dedicate e migliori del mondo.
Come ha fatto il maestro a erigere, in tempi di crisi, un palazzo come il Festspielhaus (il nuovo teatro accanto alla struttura antica)?
Dobbiamo essere umili e dire chiaramente che non sono stato io a costruire questo teatro. È stato costruito per me e per le mie idee artistiche dal presidente del festival, Hans Peter Haselsteiner. Questo era semplicemente il risultato dall’idea che sarebbe meraviglioso e artisticamente auspicabile se l’orchestra potesse essere insieme non solo in estate, ma anche per una seconda fase invernale del lavoro, per mettere i musicisti in grado di interagire tutto l’anno e preservare e mantenere permanente il suono dell’orchestra.
Dato che non si può riscaldare la vecchia struttura e non c’era altro spazio a Erl a disposizione per la nostra idea, in primo luogo abbiamo concepito un piccolo granaio, una “casa semplice” dove avremmo potuto provare con l’orchestra. Ma nella nostra immaginazione, questa piccola casa è diventata sempre più grande, ci sono state aggiunte sempre più cose che abbiamo considerato importanti per il funzionamento del festival estivo, quindi poi alla fine Hans Peter Haselsteiner decidese: costruiamo in maniera giusta con un concorso internazionale di architettura e una maratona di lavori che ci ha permesso di aprire il nuovo teatro dopo soli 18 mesi di costruzione, nel dicembre 2012.
Qual è il budget e da dove vengono i soldi?
La costruzione del Festspielhaus e di tutte le ulteriori strutture necessarie è stata resa possibile grazie alla fondazione Haselsteiner Familien-Privatstiftung, che ha sostenuto gran parte delle spese di 36 milioni di euro, così come le spese di manutenzione e ulteriori costi di installazione. Nell’ottobre del 2011 la regione Tirolo ha ufficializzato un finanziamento di 8 milioni di euro nel quadro del Piano Integrato della Cultura 2012–2015. Anche lo Stato austriaco ha contribuito con 8 milioni di euro a questo progetto culturale. Un totale di 16 milioni per quattro stagioni, estive e invernali.
Giuseppe Pennisi
www.tiroler-festspiele.at
Gustav Kuhn
Wagner in scena al Festival del Tirolo
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