In questi giorni i romani (ed i laziali in generale) corrono nei negozi di elettronica per acquistare i set-top box,la tipologia di decoder per potere avere accesso alla televisione digitale terrestre quando (tra due settimane) due canali generalisti non saranno più visibili in analogico e in novembre verrà effettuato lo switch-off e si avrà il video solo tramite il segnale digitale.
Pochi, tra quelli che fanno la fila per il box, sanno che senza la partecipazione attiva degli enti locali – quelli che Il Tempo chiama i comuni digitali – il progetto rischia di fallire poiché, con la contrazione della raccolta pubblicitaria, gli incassi da servizi reali ai cittadini (tramite il digitale) rappresentano fonte importante per la sostenibilità del sistema: è questa la conclusione di uno studio commissionato nel 2002-2004 dal Ministro delle Comunicazioni dell’epoca e le cui risultanze sono state riassunte nel volume di Bezzi e altri “Valutazione in azione “ (Franco Angeli 2006, collana Associazione Italiana di Valutazione, Aiv). Il Tempo sottolinea da anni che la strategia di crescita di Roma e del Lazio non può non fare perno sull’innovazione tecnologica; questa è una delle proposte centrali della recente Commissione Marzano.
Cosa sta facendo il Campidoglio per raccogliere la sfida? Mentre sono state pubblicizzate da Giunte precedenti iniziative a forte impatto mediatico (ad esempio, la diffusione del WI-FI in alcuni parchi e giardini) poco si sa del lavoro certosino che uffici stanno svolgendo per effettuare una vera e propria rivoluzione copernicana dell’amministrazione. Nella mia veste di docente di economia, ad esempio, ho appreso molto da un lavoro di tre dipendenti capitolini (Giuseppe Bellomaria, Marco Ianni, Manuela Troiani) su due esperienze specifiche di formazione permanente : il portale “Marc’Aurelio” ed il “Progetto Orchestra del Comune di Roma”. Il primo comprende sia un’area “pubblica” (per tutti i fruitori di internet) sia un’area privata (per i dipendenti del Comune). Articolata su una serie di Learning Centers ha già provato di essere strumento importante per velocizzare i contatti tra Campidoglio e cittadini. L’”Orchestra”, con 27 laboratori, è progetto più ambizioso e più capillare- ha già avuto una valutazione positiva . Rappresenta un precursore della “rete amica” su cui punta il Ministro per l’Innovazione e la Pubblica Amministrazione.
Questi sono due esempi capitati per caso nelle mie mani esaminando un lavoro effettuato dai tre autori nell’ambito di un programma di Master. Ce ne sono probabilmente molti altri che il Campidoglio dovrebbe raccogliere in un volume e presentare . Non per farsi pubblicità secondo modalità di Giunte precedenti ma allo scopo, in una fase di ristrettezze severe alla finanza pubblica e locale, di invogliare partner privati a partecipare a quella che è una grande impresa nazionale di modernizzazione. Senza il successo dei Comuni Digitali, il futuro del digitale terrestre e dello stesso Umts appare cupo.
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