sabato 8 dicembre 2007

RUTELLI, IL BELLO CHE NON DISEGNA LO SPIRITO

Francesco Rutelli , Vice Presidente del Consiglio, ma anche (e soprattutto) Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, è giunto all’inaugurazione della Scala dopo un tormentone (sul reperimento dei finanziamenti per pacificare i sindacati) che ha occupato per un mese le prime pagine. Al Collegio Romano, sede del dicastero, lo chiamano “il povero ma bello” (in riferimento al magro bilancio del Ministero ed ai problemi finanziari dei teatri nonostante il forte aumento del Fondo Unico per lo Spettacolo da lui ottenuto). Uno studio di Amy King e di Andrew Light (delle due università australiane di maggior prestigio) lo consola sostenendo che in politica la bellezza rende. In "Beautiful Politicians (“Politici Belli”), in corso di pubblicazione, una rigorosa analisi dimostra che i canditati “belli” hanno una maggiore probabilità di essere eletti (in termini tecnici, una deviazione standard di aumento in bellezza, quale percepita dagli elettori e dalle elettrici, porta tra 1,5 e 2 punti percentuali di voti in più). Inoltre la bellezza conta per convincere gli elettori “apatici” . Quindi, Rutelli sa di poter contare su molte legislature.
Ciò non gli da sollievo rispetto all’indigenza del dicastero. Gregory Lewis e Micheal Rushton (ambedue della Georgia State University) hanno pubblicato un’analisi per comprendere cosa determina gli stanziamenti pubblici per le arti- Understanding State Government Appropriations for the Arts (“Comprendere gli stanziamenti degli Stati per le altri). Riguarda un ventennio sino all’inizio del XXI secolo. La spesa pubblica per le arti e la cultura aumentare in linea con il reddito pro-capite ed il gettito fiscale più che con gli umori del Parlamento. Contrariamente alle aspettative, maggioranze liberali spendono più per le arti e la cultura di quelle stataliste.
Che fare? Un articolo pubblicato sulla paludata rivista “Kyklos” da Joshua Lewer (Università del Texas Occidentale) e Hendrik van der Berg lo spinge a cercare di rinnovare l’alleanza con una vecchia amica (Emma Bonino). Lo studio Cultures on International Trade (Culture e commercio internazionale) analizza come le culture incidano positivamente sul commercio internazionale sulla base di un campione di 84 Paesi nel periodo 1995-2000. Tre culture , poi, tendono a stimolare direttamente gli scambi internazionali. Gratta, gratta, tuttavia, ci si accorge che hanno un forte connotato religioso. Francesco Rutelli lo gradisce. Molto meno Emma Bonino.
Ex Libris

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