giovedì 13 dicembre 2007

ALITALIA E L’INTERVISTA SBAGLIATA DI PRATO SUL CORSERSA

Siamo forse arrivati all’ultimo atto del tormentone Alitalia . Il CdA ha ammesso tre cordate all’esame finale, ma due sole sembrano serie. Con il buon umore ed il senso della pochade tutto italiano, mentre tale delicatissima fase è in corso, lo Zar della compagnia (Maurizio Prato) dichiara, con un intervista “in esclusiva” al quotidiano italiano con maggior tiratura, quali sono le sue preferenze riguardo ai due contendenti effettivi ed apre così la strada a ricorsi giudiziari di ogni genere. Con la conseguenza di prolungare ulteriormente il melodramma e trasformarlo in tragedia (ossia in liquidazione della compagnia per esaurimento della liquidità prima che si sia giunti alla vendita del 49% delle azioni in mano allo Stato oppure, ancora meglio, ad un’Opa totalitaria).
Mentre i croupier di Palazzo Chigi (e dintorni) si stanno dedicando all’ultima volata (speriamo) per privatizzare Alitalia, riteniamo opportuno fare alcune considerazioni di fondo non sulla caotica procedura (asta annunciata il 2 dicembre 2006 ma mai realizzata; successivamente beauty contest varato il 29 gennaio 2007 da cui tutti i concorrenti se la sono data a gambe levate; infine, trattativa privata annunciato nella calura estiva da espletarsi dopo una gara per inviti che assomiglia tanto a come l’Iri tentò venti anni fa di denazionalizzare l’industria agro-alimentare Sme). Ci preme più il contorno, quel quadro di riferimento che è stato in gran parte ignorato dalla stampa italiana. Mentre merita una riflessione seria.
Un detto americano afferma “to be run like an airline” (“funzionare come una compagnia aerea”) implicando che le aviolinee commerciali sono un modello di efficienza: alta tecnologia, alta sicurezza, conti in ordine (anzi per decenni pingue cedole agli azionisti). Le vicende degli ultimi venti anni hanno mostrato cche tale mito è poco più di una leggenda. In un lavoro recente, intitolato “Il mito dell’efficienza delle compagnie aeree”, George Mickhail della Facoltà di Economia e Gesione Aziendale della Università d’Orlèans lo fa letteralmente a pezzi. L’analisi è spietata anche in quanto basata su una ricostruzione, secondo canoni uniformi, delle contabilità aziendali tra il 1995 ed il 2005. Mickhail è un colbertiano di tendenze socialiste: la sua ricetta non è non minore ma maggiore intervento pubblico per fare sì che le compagnie aree abbiano una più elevata efficienza sociale; portando alle estreme conseguenze il suo ragionamento, Alitalia non dovrebbe essere privatizzata, ma lo Stato dovrebbe acquistare ciò che è adesso nelle mani di azionisti privati ed assicurare il buon andamento con misure amministrative. Lo stesso Mickhail non propone tanto, ma un miglior coordinamento della regolazione a livello internazionale.
Un’analisi analoga, ma con conclusioni differenti, viene presentata dell’Istituto federale di studi sul lavoro della Germania federale, E’ l’IZA Discussion Paper No. 2930, di cui è autore Barry T. Hirsch. La ricerca pone l’accento sugli effetti della forte sindacalizzazione delle compagnie aree- rimasta tale quando in altri settori l’iscrizione ai sindacati faceva marcia indietro. La conclusione è chiara: se i lavoratori del settore intendono che le loro aziende fioriscano devono “assumere comportamenti analoghi a quelli dei lavoratori in comparti non sindacalizzati”.
A risultati simili giunge uno studio del Massachussetts Institute of Technology che analizza, sotto il profilo economico, la regolazione del settore negli Usa dal 1938 al 1978 e gli effetti di 28 anni di deregolazione. Ormai i nodi chiave sono la sostenibilità di utili altamente volatili, la congestione del traffico, la mancanza di investimenti in aeroporti e il potere dominante di un numero limitato di aviolinee.
Queste analisi non solo ampliano la visuale di due interessanti, e provocanti lavoro, dell’Istittuto Bruno Leoni (IBL) che verranno discussi il 10 dicembre ad un seminario a Milano. Nel comparto non è solo il “pubblico che non deve fare il privato”, ma lo stesso privato che deve fare uno sforzo di migliorare . Ed il sindacato deve comprenderlo.
Implicazioni per l’ultima fase del tormentone Alitalia? Non vogliamo entrare nel teatrino delle dichiarazioni avventate. Due elementi sembrano, però, emergere da studi ed analisi tutti recentissimi e di ambienti culturali molto differenti tra di loro: meglio allearsi con chi è forte e fare comunque che il sindacato non abbia più l’illusione di essere ancora negli Anni 50 e 60.


Borestein S., Rose N. How Airline Markets Work... Or Do They? Regulatory Reform in the Airline Industry" NBER Working Paper No. W13452


Guricin A. Alitalia alle fasi finali IBL Focus n. 78

Guricin A. “La crisi Alitalia nel panorama del trasporto aereo” IBL Briefing Paper n. 46


Hirsch B. "Sluggish Institutions in a Dynamic World: Can Unions and
Industrial Competition Coexist?" IZA Discussion Paper No. 2930

Mickhail G. "The Airlines Efficiency Myth" (in corso di pubblicazione ma scaricabile da http://ssrn.com/abstract=1016103 )

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