OPERA/ “Così fan tutte” chiude
la stagione sinfonica 2015/16 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Pubblicazione:
domenica 26 giugno 2016
Riccardo Musacchio & Flavio Ianniello
NEWS Musica
Così fan
tutte venne
presentato al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790 (quando il compositore
era già molto malato). Il lavoro era poco considerata dal librettista Lorenzo
Da Ponte (che neanche lo menzionò nella propria autobiografia). E ’stato
detestato per tutto l’Ottocento in quanto considerato, secondo Edward Dent, «di
insopportabile stupidità», adattato a commedia spagnola (in tedesco) a Dresda
all’inizio del Novecento nel tentativo di riproporlo e diventato, negli ultimi
sessanta anni, uno dei lavori di Mozart più rappresentati. Richiede solo sei
cantanti, un piccolo coro, un organico orchestrale modesto.
L’opera è
stata ambientata nei contesti più diversi: da terme romane prima dell’eruzione
del Vesuvio a Pompei (Roma, teatro dell’Opera), a giardini cinesi e persiani
(due differenti edizioni a Aix-en-Provence), dalla contemporaneità stile Armani
(vari teatri); la Francia prerivoluzionaria del Marchese de Sade (Bologna);
graziosa oleografia partenopea, come vista da turisti (Metropolitan); un loft
di restauratori di quadri settecenteschi (Berlino); una spiaggia (Parma). E
via discorrendo. Funziona quasi sempre anche se a mio avviso la produzione di Così
fan tutte ovvero La scola degli amanti di Wolfang Amadeus Mozart più
affascinante è quella che nel 2005 ha segnato il ritorno alla regia lirica,
dopo dieci anni, di Patrice Chéreau, in compagnia di Richard Peduzzi (suo
scenografo abi tuale ed allora direttore dell’Istituto Francese di Cultura a
villa Medici di Roma), di Daniel Harding e di in un cast di giovani, in
cui l’allora sessantaquattrenne Ruggero Raimondi affrontava il ruolo di Don
Alfonso da lui raramente interpretato in oltre quarant’anni di carriera,
l’altra «anziana» Barbara Bonney interpretava quello della servetta quindicenne
Despina. Lo spettacolo ha debuttato a Aix-en-Provence nel 2005, nel
2006-2007 si è visto a Parigi, Vienna, New York, Baden-Baden ed altre città.
L’intreccio
è noto. Su invito del loro precettore, per l’appunto Don Alfonso, due bei
giovani napoletani fidanzati a due belle sorelle ferraresi, le mettono alla
prova travestendosi da ricchi albanesi e corteggiando l’uno la ragazza
dell’altro; hanno successo (tanto più che Despina invita le fanciulle a «fare
all’amore come assassine») sino ad un doppio matrimonio: ciascuno con la
fidanzata iniziale che ha tradito e di cui sa di essere stato tradito con il
suo migliore amico. La principale difficoltà di realizzazione (sia scenica sia
musicale) di Così consiste nel fatto che mentre la prima parte è
brillante ed ironica, la seconda è un’amara riflessione in cui ciascuno è, al
tempo stesso, infedele e geloso. L’idea di fondo di Chéreau è quella di porre
l’accento sul sottile ricamo di finzioni sin dalla prima battuta. L’intreccio
si svolge sul palcoscenico nudo di un teatro – è in effetti, quello del teatro
Valle a Roma – quasi a voler accennare al teatro-nel-teatro (finzione per
eccellenza), senza, però, svelarlo a pieno. Alla «scuola degli amanti» si
apprende che l’amore è libertà, ma che proprio in quanto libertà non può non
comportare dolore ed inganno. Chéreau ha chiesto, ed ottenuto, otto settimane
di prove (un record per l’opera lirica) prima del debutto e ha ritoccato ancora
lo spettacolo tra una replica e l’altra. Harding ha assecondato questa chiave
di lettura guidando la Mahler Chamber Orchestra in modo che si vada con grande
dolcezza (e senza quasi avvertirne il passaggio) dai recitativi, alle arie, ai
duetti, ai terzetti, ai quartetti ed ai concertati.
C’è, come
in Le nozze di Figaro, asimmetria: Don Alfonso e Despina «sanno»
più delle due coppie e sono, quindi, in grado di condurre il gioco. Il punto
centrale, però, è che il «gioco» di ciascun componente del quartetto delle due
coppie è multiplo: su un tavolo giocano la «reputazione» (di essere fedeli al
fidanzato/a) su un altro l’«abilità» (di sedurre/essere sedotti dal fidanzato/a
del miglior amico/a).L’esito: un equilibrio dinamico alla Nash, quindi sempre
instabile. Come quello del complesso finale – oltre venti minuti, articolati in
varie sezioni (un allegro assai di apertura, un vivace, un andante, un
quartetto larghetto, un nuovo allegro ed un vivace sestetto). L’epistolario ci
dice poco sull’effettiva comprensione da parte dei due autori di ciò che
nascondesse il «dramma giocoso», scritto e composto guardando al botteghino. Da
Ponte era molto attivo alla ricerca di donne, ai tavoli da gioco d’azzardo e a
sfuggire i creditori.
Questa lunga
premessa è necessaria per chiedersi se Così fan tutte può
essere presentato in versione da concerto ed in un vasto auditorio per circa
3000 spettatori come ha fatto l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ho
i miei dubbi tanto più che per tener conto delle dimensioni della sala sono
stati raddoppiati tanto l’organico orchestrale quanto il coro. Il delicato
gioco di ambiguità ed eros in una commedia amara ed essenzialmente moralistica
si perde nella vastità degli spazi. Durante il suo lungo soggiorno romano
all’inizio di questo secolo, Chéreau, che di teatro d’opera se ne intendeva,
avrebbe voluto mettere ‘il dramma giocoso’ in scena al Teatro Valle. Non
potendolo fare, ha messo il Teatro Valle sulla scena della produzione che ha
girato mezzo mondo.
Il secondo
punto è che direttori d’orchestra mozartiani si nasce non si diventa. Lo sa
bene Riccardo Muti il cui cofanetto di CD con la trilogia Da Ponte – Mozart è
sempre stato piuttosto in basso nelle classifiche delle vendite. E’ stato
chiamato a concertate Semyon Bychkov, eccelso nel repertorio
verdiano , oltre in quello russo, ma non so quanto avvezzo a quello
mozartiano. Bychkov dirigerà l’opera in versione scenica alla Royal Opera House
, con alcuni elementi del cast. Ha concertato con un piglio vigoroso, perdendo
la lieve ambiguità mozartiana. Mi auguro che a Londra vada meglio.
Più che una
versione per concerto è stata presentata una mise en éspace con
alcuni tagli nei recitativi. I sei cantanti vestono in frac and abiti da
sera ma (soprattutto il gruppo maschile) recitano con grande spigliatezza ed
efficacia (anche senza una regia vera e propria).
Di livello
il cast, ma il gruppo maschile decisamente superiore a quello femminile. Markus
Werba e Pietro Spagnoli sono vecchie volpi di Così fan tutte ed
hanno sempre dato prestazioni di altissimo livello. Meritatissimi i lunghi
applausi avuti da Paolo Fanale , il quale ha cantato con vera maestria
l’aria Quell’aura amorosa passando con destrezza dalla mezza
voce, al legato ed all’acuto. Nel gruppo femminile spicca il mezzosoprano Angela
Brower ( Dorabella), ruolo che le ha portato il prestigioso Munich
Festival Prize e che canterà tra poche settimane a Salisburgo. Promettente
Sabina Puértolas (Depina) vincitrice tra gli altri del concorso Operalia.
Corinne Winters (Fiordiligi) sembra più adatta a ruoli più spessi (ha
avuto successo come Mélisande e in opere di Puccini) piuttosto che in quelli
mozartiani. Il suo Come scoglio ricordava Tosca.
Tutte e tre dovrebbero migliorare la dizione.
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