Cosa fa la Fondazione
Pergolesi Spontini di Jesi in Francia
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L'articolo
di Giuseppe Pennisi
Il
3 giugno si terrà un’importante prima a Parigi dove – scioperi e moti
permettendo- sarà presente quello che un tempo si chiamava le Tout Paris,
nonché numerosi critici musicali di tutto il mondo. Al Théâtre des
Champs-Élysées; un teatro privato tra i più noti nella capitale francese
debutta per la prima volta in epoca moderna la tragédie lyrique Olympie (1819)
di Gaspare Spontini, un lavoro che non si rappresentava da decenni
in quanto è un'”opera imperiale” dell’epoca di Napoleone I, quando
si rappresentavano spettacoli con grandi massi, doppi cori, ecc. Saranno in
scena 170 artisti. E’ una coproduzione tra il Palazzetto Bru Zane-Centre
de musique romantique française (una fondazione privata) e la piccola
Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, che conta con bilancio di appena 2,8
milioni di euro, ma da 10 anni ha chiuso sempre in pareggio. La
Fondazione marchigiana ha fornito l’essenziale: nuova edizione critica
realizzata dall’azienda culturale di Jesi.
L’opera
verrà eseguita nel prestigioso teatro parigino con la direzione di Jérémie
Rhorer alla guida dell’orchestra Le Cercle de l’Harmonie e del Vlaams Radio
Koor; nella compagnia di canto, interpreti di primo piano tra cui Karina
Gauvin nel ruolo di Olympie, Charles Castronovo nel
ruolo di Cassandre, Kate Aldrich (Statira), Josef Wagner (Antigone),
Patrick Bolleire (Le hiérophante) e Conor Biggs (Hermas,
un Prêtre). La serata del 3 giugno sarà trasmesso da Radio France ed è
segnalato tra gli appuntamenti “da non perdere” dalle principali testate e siti
di informazione culturale per l’alto valore musicologico dell’operazione. Il 29
ottobre, l’opera sarà rappresentata al Concertgebouw di Amsterdam e trasmessa
anch’essa dalla radiotelevisione pubblica nazionale (la Nederlandse Publieke
Omroep). E’ possibile uba tournée che tocchi anche l’Italia; ci auguriamo lo
splendido Teatro Pergolesi di Jesi.
L’edizione
critica dell’Olympie di Spontini è stata condotta da Federico
Agostinelli, per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini, sulla partitura
a stampa edita da Erard nella versione originale in francese pubblicata a
Parigi nel 1826, con il concorso di altre fonti originali, quali il
manoscritto autografo e riduzioni canto e piano dell’epoca, e riflette l’ultima
stesura dell’opera. L’operazione della Fondazione Pergolesi Spontini è
stata realizzata nel quadro delle attività di valorizzazione delle opere dei
compositori cui è dedicata e nell’ambito della rete di collaborazioni
sviluppate nel tempo, in questo caso in felice connubio col Palazzetto Bru Zane
di Venezia.
Un lavoro
molto impegnativo quello di Federico Agostinelli, uno dei massimi esperti in
fatto di edizioni critiche spontiniane – si cita tra le altre la Vestale
utilizzata da Riccardo Muti alla Scala nel 1993, o più recentemente La Fuga
in maschera, l’opera ritenuta perduta e poi ritrovata dal conservatore
della Casa-Museo-Archivio Spontini di Maiolati) – che ha “partorito” quasi 900
pagine di partitura, con una riduzione per canto e pianoforte di 500 pagine.
Olympie venne rappresentata per la prima
volta a Parigi, al Théâtre de l’Académie Royale de Musique, il 22 Dicembre del
1819. Rileggendo Berlioz, si capisce che secondo lui Spontini fu,
dopo Gluck, il più grande genio della musica francese che aprì la strada
al secolo romantico. E forse la poco conosciuta Olympie, che
Spontini mise in scena nel 1819 con la direzione di Rodolphe Kreutzer
in persona, ha segnato più di quanto ancora non si creda il vero e proprio
sconvolgimento lirico che avvierà l’opera francese verso la modernità del grand
opéra. Questa partitura, cesellata da un’orchestrazione stupefacente, è
infarcita dall’inizio alla fine di effetti spettacolari che prefigurano
chiaramente Les Troyens di Berlioz. L’onnipresenza di
un coro sovrabbondante, l’ardimento degli interventi di Antigone, il pathos del
ruolo di Statira (concepito per Caroline Branchu, allora all’apice della
carriera): tutto contribuisce a impressionare lo spettatore, tanto che lo
stesso Berlioz ne fu commosso fino alle lacrime, La vicenda, tratta
dall’omonima tragedia di Voltaire, è ambientata ad Efeso alcuni anni
dopo il presunto assassinio di Alessandro Magno. I sospetti del crimine
gravano principalmente sul Re Antigone e il Re Cassandre
pretendenti del potere assoluto ed entrambi innamorati di Olympie. Statira,
madre di Olympie e moglie di Alessandro Magno, è un personaggio di forte
caratterizzazione drammatica. Olympie durante lo svolgimento dell’azione
vive il lacerante conflitto tra l’amore verso Cassandre e quello verso la madre
Statira che accusa pubblicamente il suo amato di essere l’assassino di suo
padre Alessandro Magno.
Questi
aspetti interessano i musicologi e gli appassionati di musica classica.
L’evento però ha una valenza di politica musicale. I teatri del Maggio Musicale
Fiorentino e l’Arena di Verona boccheggiano per carenza di pubblico, e forse
anche di idee, e stanno sprofondando in un baratro di debiti sempre più
profondi.
La piccola
fondazione di Jesi (città di 40.000 abitanti) non solo presenta, con Ancona,
una stagione lirica dei titoli (co-prodotti in gran parte con Opera Lombardia)
in teatri sempre esauriti ma è tra i protagonisti di un grande evento
internazionale. A volte, piccolo (se ben gestito) è bello.
01/06/2016
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L'articolo
di Giuseppe Pennisi
Il
3 giugno si terrà un’importante prima a Parigi dove – scioperi e moti
permettendo- sarà presente quello che un tempo si chiamava le Tout Paris,
nonché numerosi critici musicali di tutto il mondo. Al Théâtre des
Champs-Élysées; un teatro privato tra i più noti nella capitale francese
debutta per la prima volta in epoca moderna la tragédie lyrique Olympie (1819)
di Gaspare Spontini, un lavoro che non si rappresentava da decenni
in quanto è un'”opera imperiale” dell’epoca di Napoleone I, quando
si rappresentavano spettacoli con grandi massi, doppi cori, ecc. Saranno in
scena 170 artisti. E’ una coproduzione tra il Palazzetto Bru Zane-Centre
de musique romantique française (una fondazione privata) e la piccola
Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, che conta con bilancio di appena 2,8
milioni di euro, ma da 10 anni ha chiuso sempre in pareggio. La
Fondazione marchigiana ha fornito l’essenziale: nuova edizione critica
realizzata dall’azienda culturale di Jesi.
L’opera
verrà eseguita nel prestigioso teatro parigino con la direzione di Jérémie
Rhorer alla guida dell’orchestra Le Cercle de l’Harmonie e del Vlaams Radio
Koor; nella compagnia di canto, interpreti di primo piano tra cui Karina
Gauvin nel ruolo di Olympie, Charles Castronovo nel
ruolo di Cassandre, Kate Aldrich (Statira), Josef Wagner (Antigone),
Patrick Bolleire (Le hiérophante) e Conor Biggs (Hermas,
un Prêtre). La serata del 3 giugno sarà trasmesso da Radio France ed è
segnalato tra gli appuntamenti “da non perdere” dalle principali testate e siti
di informazione culturale per l’alto valore musicologico dell’operazione. Il 29
ottobre, l’opera sarà rappresentata al Concertgebouw di Amsterdam e trasmessa
anch’essa dalla radiotelevisione pubblica nazionale (la Nederlandse Publieke
Omroep). E’ possibile uba tournée che tocchi anche l’Italia; ci auguriamo lo
splendido Teatro Pergolesi di Jesi.
L’edizione
critica dell’Olympie di Spontini è stata condotta da Federico
Agostinelli, per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini, sulla partitura
a stampa edita da Erard nella versione originale in francese pubblicata a
Parigi nel 1826, con il concorso di altre fonti originali, quali il
manoscritto autografo e riduzioni canto e piano dell’epoca, e riflette l’ultima
stesura dell’opera. L’operazione della Fondazione Pergolesi Spontini è
stata realizzata nel quadro delle attività di valorizzazione delle opere dei
compositori cui è dedicata e nell’ambito della rete di collaborazioni
sviluppate nel tempo, in questo caso in felice connubio col Palazzetto Bru Zane
di Venezia.
Un lavoro
molto impegnativo quello di Federico Agostinelli, uno dei massimi esperti in
fatto di edizioni critiche spontiniane – si cita tra le altre la Vestale
utilizzata da Riccardo Muti alla Scala nel 1993, o più recentemente La Fuga
in maschera, l’opera ritenuta perduta e poi ritrovata dal conservatore
della Casa-Museo-Archivio Spontini di Maiolati) – che ha “partorito” quasi 900
pagine di partitura, con una riduzione per canto e pianoforte di 500 pagine.
Olympie venne rappresentata per la prima
volta a Parigi, al Théâtre de l’Académie Royale de Musique, il 22 Dicembre del
1819. Rileggendo Berlioz, si capisce che secondo lui Spontini fu,
dopo Gluck, il più grande genio della musica francese che aprì la strada
al secolo romantico. E forse la poco conosciuta Olympie, che
Spontini mise in scena nel 1819 con la direzione di Rodolphe Kreutzer
in persona, ha segnato più di quanto ancora non si creda il vero e proprio
sconvolgimento lirico che avvierà l’opera francese verso la modernità del grand
opéra. Questa partitura, cesellata da un’orchestrazione stupefacente, è
infarcita dall’inizio alla fine di effetti spettacolari che prefigurano
chiaramente Les Troyens di Berlioz. L’onnipresenza di
un coro sovrabbondante, l’ardimento degli interventi di Antigone, il pathos del
ruolo di Statira (concepito per Caroline Branchu, allora all’apice della
carriera): tutto contribuisce a impressionare lo spettatore, tanto che lo
stesso Berlioz ne fu commosso fino alle lacrime, La vicenda, tratta
dall’omonima tragedia di Voltaire, è ambientata ad Efeso alcuni anni
dopo il presunto assassinio di Alessandro Magno. I sospetti del crimine
gravano principalmente sul Re Antigone e il Re Cassandre
pretendenti del potere assoluto ed entrambi innamorati di Olympie. Statira,
madre di Olympie e moglie di Alessandro Magno, è un personaggio di forte
caratterizzazione drammatica. Olympie durante lo svolgimento dell’azione
vive il lacerante conflitto tra l’amore verso Cassandre e quello verso la madre
Statira che accusa pubblicamente il suo amato di essere l’assassino di suo
padre Alessandro Magno.
Questi
aspetti interessano i musicologi e gli appassionati di musica classica.
L’evento però ha una valenza di politica musicale. I teatri del Maggio Musicale
Fiorentino e l’Arena di Verona boccheggiano per carenza di pubblico, e forse
anche di idee, e stanno sprofondando in un baratro di debiti sempre più
profondi.
La piccola
fondazione di Jesi (città di 40.000 abitanti) non solo presenta, con Ancona,
una stagione lirica dei titoli (co-prodotti in gran parte con Opera Lombardia)
in teatri sempre esauriti ma è tra i protagonisti di un grande evento
internazionale. A volte, piccolo (se ben gestito) è bello.
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